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“People’s climate march”: il mondo in marcia per difendere il clima

di Alessandra Aurilia22 Settembre 2014
22 Settembre 2014

È stata pensata come “la più lunga marcia della storia, una manifestazione in contemporanea in tutto il mondo per chiedere un’azione immediata perché si smetta di ignorare il problema”. Questa l’iniziativa, denominata “People’s climate march”, che ieri ha coinvolto in contemporanea ben 166 Paesi, in occasione della Giornata mondiale di mobilitazione contro i cambiamenti climatici.
La marcia è partita da New York, dove sono state stimate almeno 400mila presenze. Il quartier generale dell’Onu si è trasformato in un maxischermo su cui l’allarme globale sul cambiamento climatico è stato rilanciato a ciclo continuo. “Non c’è tabellone più grande del Pianeta”, ha dichiarato Fisher Stevens, il produttore dello show, il quale si è auspicato che l’iniziativa possa servire a ispirare leader, capitani d’industria e opinione pubblica mondiale sulla necessità di operare cambiamenti concreti a favore del surriscaldamento globale.

“Per cambiare tutto abbiamo bisogno di tutti”. 3.000 città in tutto il mondo hanno aderito all’appello lanciato in rete. Da Berlino a Rio de Janeiro fino a Lagos e Melbourne, un milione di persone, tra ambientalisti, giovani e famiglie, si sono riversate per le strade e hanno marciato insieme per chiedere ai propri Governi politiche economiche energetiche e sociali a tutela del pianeta. Roma non ha fatto eccezione: la marcia è partita alle 17 in via dei Fori Imperiali, “per unire simbolicamente il Colosseo a New York e dare voce alla società civile che chiede interventi urgenti e concreti contro i cambiamenti climatici”.

Il summit di New York. La marcia mondiale per il clima è stata organizzata in vista del vertice straordinario che il Segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon ha convocato a New York per domani. Nell’occasione si concorderà con i capi di Stato quali impegni concreti attuare per il contenimento delle emissioni di gas serra, in considerazione dell’accordo globale sul clima atteso nel 2015. Ban Ki-Moon auspica che l’incontro favorirà l’intesa per un nuovo trattato in sostituzione del Protocollo di Kyoto del 1997, trattato che si spera di raggiungere entro il prossimo anno.

Alessandra Aurilia

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