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Le geometrie oniriche di Escher, eclettismo e immagini mentali in mostra a Roma

di Elisa Mariella22 Settembre 2014
22 Settembre 2014

Escher 10_mano-con-sfera-riflettenteOlandese di nascita, Maurits Cornelis Escher (1898-1972), definì gli anni passati in Italia e in particolare a Roma i migliori della sua vita. Fu proprio in Italia che conobbe sua moglie, Jetta Umiker, una giovane svizzera che sposò a Viareggio nel 1924 e con la quale poi si trasferì nella città eterna nella quale visse per circa un decennio, dal 1925 al 1935. Artista eclettico, imprevedibile, appassionato di fisica e matematica tanto da farne i fondamenti delle sue incisioni e litografie, Escher e la sua arte si mostrano proprio nella capitale italiana con una mostra al Chiostro del Bramante. Dal 20 settembre al prossimo 22 febbraio, sarà infatti possibile apprezzare il lavoro (sintetizzato in 150 opere) del grafico olandese che ha proposto un nuovo e insolito modo di osservare la natura, focalizzando l’attenzione su aspetti magici e giocosi capaci però di far emergere geometrie regolari intrecciate con universi culturali apparentemente inconciliabili fra loro.

Grazie alla sua arte e alla sua spinta creativa, le sue opere appaiono in piena armonia con la dimensione visiva altrettanto unica dell’artista. L’amore profondo per le immagini mentali, che nulla in apparenza avrebbero a che fare con la razionalità delle forme matematiche e regolari della fisica, lo resero un’icona apprezzata da uomini di scienza e stelle del rock tanto che proprio i Rolling Stones e i Pink Floyd gli chiesero di poter usare alcune delle sue immagini e litografie per le copertine di alcuni dischi. Fu proprio Roma a essere una delle tappe cruciali della sua formazione artistica: qui l’artista ebbe modo di conoscere esponenti del Futurismo e della Scuola Romana, imparando ad amare e vivere un paesaggio (quello di Roma e dei suoi dintorni) molto diverso da quello olandese. Proprio le visioni e gli scorci notturni della capitale lo incantarono e affascinarono talmente tanto da essere presenti in molte delle sue opere del periodo romano. Escher soffriva di una lieve forma depressiva, che lo spinse ad abbandonare gli studi quando era ancora molto giovane. Per questo la famiglia dell’artista acconsentì a farlo viaggiare per l’Europa, sperando che i colori del Mediterraneo potessero alleviare un po’ le pene della sua anima.

La mostra curata da Marco Bussagli e realizzata grazie a importanti prestiti della Fondazione Escher italiana e della collezione di Federico Giudiceandrea, è un evento da non perdere, soprattutto per chi ha voglia di sfidare le leggi della fisica ed entrare dentro le opere dell’olandese, superando i confini del fisico e viaggiando in mondi nuovi e dal sapore onirico. Infine ogni lunedì, per gli studenti con tesserino universitario, sarà possibile avere una riduzione su prezzo del biglietto che passerà da 13 a 5 euro.

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