“E’ una guerra tra poveri, ridateci Daniel”. Commenta così uno dei partecipanti al sit-in a sostegno di Daniel, il ragazzo diciassettenne della Maranella che, nella notte del 19 settembre, ha ucciso un giovane senzatetto, Khan Mohamed Shandaz, pakistano di 28 anni. Secondo la ricostruzione dei fatti, sulla quale ora stanno indagando i militari della stazione di Torpignattara e quelli del nucleo operativo della compagnia Casilina, il clochard avrebbe infastidito più di un passante per poi sputare sul volto del ragazzo senza una ragione. A quel punto Daniel avrebbe reagito, massacrando di botte il pakistano. All’arrivo dei carabinieri il giovane era ancora sul posto ed ha esposto la sua versione dei fatti, ammettendo di essere il responsabile ma di aver sferrato un solo pugno. Differenti però alcune testimonianze secondo le quali il ragazzo avrebbe picchiato ripetutamente il senzatetto fino alla sua morte.
Daniel è stato arrestato con l’accusa di omicidio preterintenzionale ma, se il referto dell’autopsia dimostrasse la falsità della sua dichiarazione, l’accusa potrebbe trasformarsi in quella di omicidio volontario.
Subito dopo la tragedia nel quartiere si sono attivate manifestazioni di solidarietà nei confronti del diciassettenne, per gli abitanti del quartiere vittima di un sistema che non funziona. Da lungo tempo infatti sono aumentate le proteste contro il degrado in cui sono costretti a vivere, abbandonati dalle autorità. Solo una settimana fa, in un parco pubblico in pieno giorno, un romeno di 52 anni è stato accoltellato da un connazionale durante una lite. L’omicidio aveva scatenato l’ira e la preoccupazione dei residenti della zona, esasperati dalla situazione. Non era la prima volta infatti che nel quartiere avveniva un episodio di violenza. Oggi su uno striscione si legge:“Dimenticati prima di dover nascere. Denigrati, sequestrati e abbandonati a se stessi dopo essere nati. Questi sono gli adolescenti della Maranella”.
Cecilia Greco