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Consulta ancora in alto mare, Violante non passa neppure con l’appoggio di Sel. Renzi spinge per “soluzione di alto livello”. E si torna a parlare di dimissioni di Napolitano in caso di altre fumate nere

di Mario Di Ciommo18 Settembre 2014
18 Settembre 2014

napolitano-eutanasia-parlamentoNulla da fare, ancora una volta. Per la precisione anche la tredicesima votazione, quella di questa mattina, è andata a vuoto e sembra che il Parlamento non riesca proprio ad eleggere i due giudici della Corte Costituzionale che mancano all’appello. Violante non passa neppure con l’appoggio di Sel di Ventola. La quattordicesima votazione è prevista per martedì 23 settembre, quattro giorni per decidere la strategia ma soprattutto per concordare nuovi nomi o rimanere sui candidati degli ultimi giorni.

I candidati principali restano sempre quelli: da una parte c’è Luciano Violante, sostenuto dal Partito Democratico, e dall’altra Donato Bruno, candidato di Forza Italia.

Durante l’ultimo scrutinio di ieri sera il primo si è fermato a quota 518 (in flessione, rispetto ai 526 di ieri), mentre il senatore di Fi ha raccolto solo 511 voti (in forte calo dopo i 544 di ieri) a fronte di un quorum di 570 preferenze. Nulla da fare anche per quanto riguarda i due membri laici del Csm. In questo caso il quorum (3/5 dei votanti) era fissato a quota 514 preferenze ma né Pierantonio Zanettin (Fi), 448 voti, nè Alessio Zaccaria (M5s),136 voti, ce l’hanno fatta.

Non sono certo mancate reazioni all’immobilismo parlamentare di questi giorni. Ad intervenire questa volta è stato il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ha spiegato come “quorum così elevati per tali operazioni elettorali in Parlamento implicano tassativamente convergenze sulle candidature e piena condivisione nell’espressione dei voti tra forze politiche diverse, di maggioranza e di minoranza”.

Il presidente della Repubblica tenta quindi di spingere per una conclusione a lieto fine delle votazioni. Il tutto, naturalmente, in tempi ristretti.

Il rischio, neanche troppo velato, è quello di andare al voto. Ed è quest’ipotesi che Giorgio Napolitano continua a respingere con forza. “Io non sciolgo le Camere, piuttosto mi dimetto. Alle elezioni semmai vi porterà il mio successore” sono infatti le dichiarazioni attribuite a Re Giorgio dall’edizione odierna di ‘Libero’ e da altri organi d’informazione. E intanto voci di corridoio danno già il ministro Roberta Pinotti in pole position come futuro inquilino di palazzo del Quirinale.

Appoggio al capo dello Stato è arrivato da Matteo Renzi, che poco prima della tredicesima votazione ha avallato a pieno le parole di Napolitano aggiungendo di aspettarsi “una soluzione di alto profilo nelle prossime ore”.

Nonostante le dichiarazioni, le minacce e l’evidente paralisi parlamentare i gruppi non indietreggiano ed all’orizzonte non ci sarebbero nomi nuovi, così come confermato dal vicesegretario Pd Lorenzo Guerini, che ha dichiarato che per la Consulta “i nomi restano quelli, i gruppi si sono già parlati e gli accordi restano quelli presi”.

Mario Di Ciommo

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