HomePolitica Nomine Csm: Parlamento col contagocce, eletto soltanto Leone

Nomine Csm: Parlamento col contagocce, eletto soltanto Leone

di Mario Di Ciommo12 Settembre 2014
12 Settembre 2014

parlamentoE’ancora stallo sulle nomine per il Consiglio superiore della magistratura e per la Consulta della Corte costituzionale.

Si avanza a piccoli passi: dopo tre votazioni a vuoto e l’elezione, mercoledì, di Fanfani e Legnini, nella giornata di ieri è stato eletto tra i laici Antonio Leone (Ncd). Sfiorano soltanto l’elezione Teresa Bene, consulente del ministro Orlando all’Ambiente, che manca l’obiettivo per soli 10 voti e la senatrice Elisabetta Casellati, ferma a quota 473 preferenze quando ieri il quorum era stato fissato a 490. All’appello adesso mancano ‘solo’ cinque membri del Csm e l’appuntamento è fissato per lunedì con il rischio (grosso) che la votazione si concluda con un nuovo nulla di fatto – causa il cosiddetto ‘partito del trolley’ che farà si che probabilmente la prossima votazione utile sia martedì.

Situazione molto ingarbugliata anche per l’elezione dei giudici della Consulta, con i partiti di governo che mostrano diverse spaccature al proprio interno. In particolare la debolezza dimostrata sinora da Pd e Fi mette in risalto le faide interne ai due partiti.

Per questo Luciano Violante, appoggiato da Pd, Ncd ed in parte da Fi si ferma a quota 468 voti (quando il quorum per essere eletti è di 570 preferenze). Ancora più indietro Antonio Catricalà, ex sottosegretario a Palazzo Chigi, fermo a quota 368 voti, che paga l’avanzare sempre più spedito di Donato Bruno di Forza Italia, che si è fermato a quota 120 preferenze ma che appare in ascesa. Inizia a carburare invece Augusto Barbera che, nonostante i soli 11 voti raccolti, a detta di mezzo Partito Democratico è il vero candidato di Renzi. Non sono esclusi colpi di scena, tanto che a Montecitorio si inizia a vociferare di sorpassi in corsa con Barbera e Bruno pronti a sopravanzare Catricalà e Violante nelle preferenze.

Nel frattempo il ritardo nelle nomine inizia a preoccupare, e non poco, i vertici dello Stato. Così a scendere in campo è stato lo stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha più volte sollecitato i parlamentari. Non solo perché anche Piero Grasso, presidente del Senato, ha ‘sbottato’ affermando che “non è possibile che ogni volta che ci sono delle nomine il Paese si debba bloccare in attesa che i gruppi trovino l’accordo prima al loro interno e poi tra di loro. Consulta e Csm debbono poter funzionare subito, l’Italia ha molte urgenze da affrontare, non si può perdere tempo”.

Mario Di Ciommo

Ti potrebbe interessare

Master in giornalismo LUMSA
logo ansa
Carlo Chianura
Direttore delle testate e dei laboratori
Fabio Zavattaro
Direttore scientifico
@Designed & Developed by Bedig