Gli scontri tra i ristoratori del centro di Roma e il Comune sulle norme riguardanti l’occupazione di suolo pubblico e di violazione non accennano a placarsi. E tutto sotto gli occhi esterrefatti dei turisti, che si ritrovano, loro malgrado, spettatori di risse tra vigili urbani e gestori: la scorsa settimana sono state otto le persone denunciate per resistenza a pubblico ufficiale. Sdegno da parte del primo cittadino romano, Ignazio Marino: «Sono davvero infuriato. C’è stato un lancio di uova contro alcuni membri della polizia locale che andavano a fare il loro dovere. Non è possibile che chi sta infrangendo la legge si possa prendere la libertà di insultare o di tirare oggetti o uova alle forze dell’ordine».
I principali luoghi posti sotto controllo dalle forze di polizia municipale sono sempre gli stessi: via dell’Anima, via di Tor Millina, S. Agnese in Agone nel cuore del rione Parione, a due passi da piazza Navona, dove sono stati fatti ritirare dalla strada 70 tavolini ed emesso un ordine di chiusura di cinque giorni per quattro esercenti. In segno di solidarietà, tutti i commercianti di via di Tor Millina, giovedì mattina, hanno tenuto chiusi i locali, facendo apparire volantini contrari alle decisioni dell’amministrazione comunale: «Basta! Manifestiamo contro l’abuso e la prepotenza dell’amministrazione comunale e dei suoi esecutori, i vigili urbani. Esigiamo il ritorno alla tolleranza preesistente».
Secondo gli investigatori, però, dietro la protesta potrebbe esserci il coinvolgimento della malavita organizzata che avrebbe il controllo di diversi locali attraverso l’utilizzo di prestanome. Tanto da attivare la Procura della Repubblica, che si sta accertando su numerose cessioni d’azienda e cambi di ragione sociale avvenuti in tempi sospetti e a pochissimi giorni dai controlli poi effettuati dai vigili. «Alcuni gestori – spiega un agente – riescono ad avere notizie in anticipo sui provvedimenti, e a evitare le sanzioni, generando così sospetti su possibili informatori all’interno degli stessi uffici della polizia municipale».
Immediata la replica dei ristoratori in protesta: «La piazza è l’unico mezzo che abbiamo per dimostrare che non siamo camorristi, come qualcuno ci ha definito. Siamo tutti giovani, in tutte le categorie ci può essere del marcio, ma non si può generalizzare. Noi non vogliamo l’abolizione dei piani, ma una revisione. Non si può dire zero tavolini, vuol dire mandare a casa la gente». Il presidente del Municipio I, Sabrina Alfonsi ha voluto precisare come quanto in atto non sia una punizione, ma solo un modo per far rispettare le regole dopo tanti anni senza controlli. Ha continuato il presidente: «Non è solo una questione di decoro, ma di vivibilità della città. E chi è penalizzato oggi sono i ristoratori di qualità rispetto a chi fa il mordi e fuggi».
Renato Paone