L’Eliseo continua a non mollare. Una quarantina di persone, tutti amici e abbonati del teatro romano, sono in assemblea permanente negli uffici dello stabile di via Nazionale per scongiurare lo sfratto esecutivo per morosità che sta facendo tremare le gambe a lavoratori e compagnie che già sono in cartellone con i loro spettacoli nella stagione 2014/2015. E proprio ieri all’Eliseo è arrivato, per l’ennesima volta, l’ufficiale giudiziario. Ma ancora in questo braccio di ferro ha vinto la caparbietà di chi non ne vuole proprio saperne della chiusura. I gestori dell’Eliseo hanno già impugnato l’ordinanza di sfratto e mercoledì 16 luglio ci sarà l’udienza in tribunale per decidere chi ha ragione.
E le sorti del teatro sono a cuore persino alle istituzioni. Il ministro della Cultura Franceschini ha incontrato i lavoratori dello Stabile e le sue parole sono state accolte con grande soddisfazione. “Abbiamo avviato al ministero le procedure per mettere un vincolo alla destinazione d’uso del teatro – ha detto Franceschini – I tempi tecnici saranno veloci e così verrà garantito che chiunque sia il proprietario o il gestore dovrà mantenerlo teatro”. L’obiettivo, per il ministro, è mettere al sicuro l’Eliseo da qualsiasi rischio di cambio di destinazione d’uso. “È un primo passo – ha sottolineato – il secondo dovrà essere quello di affrontare il nodo del sostegno al teatro. Speriamo che ci sia un coinvolgimento finanziario da parte del Comune e della Regione. I teatri sono sempre importanti, indipendentemente da chi è proprietario, sono luoghi fondamentali per un Paese che investe sulla cultura”.
Resta quindi ancora aperta la questione su chi potrebbe gestire l’Eliseo del futuro e su chi potrebbe pagare il debito di circa 500mila euro con l’attuale proprietà. Per il momento si sono fatte avanti varie cordate di imprenditori e operatori dello spettacolo, in primis quella capeggiata dal produttore Francesco Bellomo. “Ho da tempo un rapporto privilegiato con il teatro e sono amico del direttore Massimo Monaci – ha spiegato Bellomo – La mia cordata è disposta anche a comprare le mura del teatro, se ciò fosse possibile”. Ma la famiglia Monaci, che detiene il 34% del pacchetto azionario dell’Eliseo non è l’unica a decidere. “Per statuto i proprietari devono prendere le decisioni all’unanimità – ha spiegato il produttore – siamo ad uno stallo perché la doppia Dsrl, proprietaria per il 33%, non ne vuole sapere di vendere o affittare”.
Ma quello che preoccupa maggiormente il personale del teatro è il destino dei posti di lavoro. “Noi lavoratori siamo interessati a che questo resti un teatro e che la forza lavoro resti la stessa – ha detto Nicola Sapio, direttore comunicazione e marketing – il nostro slogan per la prossima stagione è « Non possiamo vivere senza di te»”.
Insomma amici e abbonati non si vogliono proprio arrendere alla chiusura e giocano anche la carta di Michele Placido per rilanciare lo Stabile. Il noto attore lucano potrebbe infatti essere il nuovo direttore artistico della stagione 2015/2016 e a fare il suo nome è stato proprio Bellomo che con Placido ha lavorato proprio all’Eliseo in “Uno sguardo dal ponte” e “Così è (se vi pare)”. E la risposta di Placido non si è fatta di certo attendere. “Sono onorato della proposta che mi è stata fatta. – ha ammesso l’attore – si tratta di uno degli stabili privati più importanti a livello nazionale con una storia iniziata ai primi del 900. Certo, fa tremare l’idea di assumerne la direzione ma mi sento coinvolto in un progetto di rilancio”.
Più volte Placido è stato contattato per dirigere teatri ma questa sarebbe la prima volta che accetterebbe di farlo: “L’unica gestione che ho accettato per un periodo è stata quella di Tor Bella Monaca – ha detto – avendo una mia compagnia non ho mai avvertito l’esigenza di stabilirmi in un posto”. Ma stavolta sarebbe diverso. “Mi diverte l’idea di accogliere la sfida perché ho l’esperienza necessaria per dare all’Eliseo quello che si merita”. Ed ha già le idee chiare sul da farsi “ Non mi interessa fare il capocomico all’italiana che mette in scena solo i propri spettacoli – ha aggiunto – voglio realizzare un teatro di formazione con una scuola per scoprire nuovi talenti”.
Insomma la volontà e le risorse per rilanciare lo stabile ci sono. Anche il governo sta cercando di fare la sua parte. Ma non basta. Ora tocca al Comune e alla Regione non permettere che un teatro, dove sono passati i principali attori italiani di tutti i tempi, diventi qualcos’altro.
Maria Lucia Panucci