Con la Germania e l’Argentina in finale ai Mondiali in Brasile, sarà derby in Vaticano tra Papa Francesco e il papa emerito, Benedetto XVI. I due Papi infatti saranno uno contro l’altro per tifare la propria Nazionale. Papa Francesco, argentino, e Benedetto XVII, tedesco. Due tifosi diversi per carattere e passione ma uniti da un grande dialogo.
Ratzinger oltre che una grande appassionato di sport e di calcio è tifosissimo del Bayern, mentre Bergoglio è tifoso fin da ragazzo del San Lorenzo de Almagro, squadra di Buenos Aires.
Non risulta però che fino ad ora Papa Francesco abbia visto le partite dei Mondiali, ma si sia informato a cose fatte. Ma tutto è possibile visto i colpi di scena improvvisi di Papa Francesco anche durante le sue udienze. Qualcuno si immagina l’incontro dei due Papi durante la partita nella residenza di Santa Marta. Su facebook si sogna, si immagina e si prova a riassumere con delle foto l’incontro dei due Papi durante la finale.
Anche se Padre Lombardi, portavoce della sala stampa Vaticana, smentisce il possibile derby papale affermando «non penso che Benedetto XVI e Francesco guardino la partita. Non amano far tardi la sera.» Per ora, l’ultimo Pontefice ad aver visto una partita dei Mondiali è Giovanni Paolo II, che nel 1982 seguì la semifinale Italia- Polonia, vinta dagli azzurri grazie ai due goal di Paolo Rossi. Intanto, in attesa della finale a Maracanà, il clima in Argentina e in Germania è sempre più scoppiettante. Ma non solo. Questa finale rappresenta anche un duello tra due grandi fuoriclasse, Klose da una parte e Messi dall’altra. Il primo, che ha rovinato la festa al Brasile, è pronto in caso di vittoria a “scatenare l’animale che è in sé”, Messi più pacato scrive su facebook: “Un abbraccio a tutti gli argentini, adesso ci manca solo un passettino”.
Per l’Argentina domenica è l’appuntamento della storia, è la prova del nove che nasconde sogni e paure di finali già vissute. Dall’altro canto, i tedeschi, in caso di vittoria, hanno già organizzato e pianificato una grande sfilata a Berlino davanti alla porta di Brandeburgo.
Carlotta Dessì