Sedici favorevoli e tre contrari: così la Giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio ha votato per l’arresto di Giancarlo Galan, l’ex governatore del Veneto e deputato di Forza Italia coinvolto nella inchiesta sulle tangenti per il Mose a Venezia. Ora sarà decisiva la votazione che avverrà alla Camera il 15 luglio alle ore 17, ma è probabile che si voterà con scrutinio segreto. Uno scrutinio che, nel caso, potrebbe sempre rivelare delle sorprese.
Pronta le reazione di Galan, che qualche ora dopo, prendendo atto della decisione ha continuato a dichiararsi innocente e “oggetto di una persecuzione”. Secondo l’accusato, infatti, ancora nessun magistrato ha voluto ascoltarlo, dimostrando un atteggiamento pregiudizievole: “Mi si è voluto negare il diritto di interloquire con l’autorità giudiziaria e di difendermi”. Sul voto in sé, invece, nessuna sorpresa: “Purtroppo l’esito era stato ampiamente annunciato. Resto fiducioso che i colleghi d’aula abbiano letto la documentazione che ho prodotto e votino secondo coscienza personale. Io sono innocente”.
Dal blocco di centrodestra, intanto, il sostegno a Galan è stato limitato: a schierarsi contro il provvedimento sono stati FI, Nuovo Centrodestra e il Partito Socialista Italiano.
Il presidente della Giunta Ignazio La Russa non ha partecipato alle votazioni e ha dichiarato che la decisione non è stata affatto semplice: “Ci abbiamo messo un po’, ma alla fine abbiamo stabilito che non esiste alcun fumus persecutionis nel caso preso in esame, di conseguenza il voto in aula non può essere che la decisione migliore”.
Stelio Fergola