Al Mineirão di Belo Horizonte ieri sera si è consumato un dramma calcistico che rimarrà impresso negli occhi e nei cuori dei brasiliani, tanto da essere stato paragonato all’altra celebre sconfitta, quella contro l’Uruguay, nella finale del campionato del mondo del 1950, quando lo stadio fu ribattezzato Maracanazo. Ora la stampa mondiale parla di Mineirazo.
Una sconfitta sportiva che rischia di tramutarsi in dramma sociale: quattro fermi sugli spalti dello stadio maledetto, tumulti a Recife durante il Fifa Fan Fest, bandiere verdeoro in fiamme per le strade di Rio e tante tante lacrime. Perché se lo shock del Maracanazo si era tramutato in decine di infarti e suicidi (alcuni consumati all’interno dello stadio stesso), la disfatta di ieri ha perlomeno gettato il Brasile nella tristezza: la presidente Dilma Roussef è preoccupata del rischio depressione, anche economica, e sui social invita il paese a rialzarsi.
Perché se la vittoria dei mondiali in passato ha dimostrato di poter rilanciare i consumi, l’immagine e l’economia di uno stato, la sconfitta, clamorosa, può rivelarsi un boomerang e riportare il Brasile alla recessione. Di sicuro avrà l’effetto di riaccendere la polemica sulle incongruenze organizzative di questo campionato del mondo: gli enormi e costosissimi stadi-cattedrali abbandonati in mezzo al nulla, le favelas sgomberate per far loro posto, le manifestazioni di proteste per i soldi spesi e quelli sprecati, gli arresti, la corruzione. Sul piano politico è inoltre quasi certo il tracollo della Roussef alle prossime elezioni di ottobre.
Per capire la portata della disfatta e della delusione dei brasiliani basta dare un’occhiata alle prime pagine dei quotidiani verdeoro. Lance titola “Brasile umiliato” e definisce quella di ieri come “la maggiore vergogna della storia”, in particolare per il punteggio tennistico, che trova eguali nei passati campionati del mondo solo nelle prestazioni di nazionali del calibro di Haiti, o dello Zaire. L’homepage del quotidiano online Folha di San Paolo titola “Massacrados”, mentre O’Globo di Rio “La sconfitta più pesante”, sottolineando che “la Seleçao ha assistito al calcio di una squadra tedesca molto forte, durante un pomeriggio indimenticabile”. Perché se sono chiare le colpe della Seleção, e per questo vanno sottolineate (Scolari non siederà più sulla panchina verdeoro, probabilmente neanche per la finalina per il terzo posto di sabato), anche i meriti della cinica Germania debbono avere il giusto riconoscimento: i francesi di So Foot titolano “Sublime, et historique”, mentre la tedesca Bild “Danke, Ohne Worte”. Traduzione: “Grazie, senza parole”. Tutte lacrime, di gioia o delusione.
Nicola Stacchietti