Continua l’escalation di violenza nella Striscia di Gaza. Nella notte nove militari palestinesi sono stati uccisi da droni israeliani. Secondo fonti ufficiali, gli israeliani hanno bombardato un sito dell’ala armata di Hamas, le Brigate Ezzedin al-Qassam, a est della città di Rafah, al confine con Israele.
I corpi di sei militari sono stati ritrovati in un tunnel scavato dalle Brigate. Gli altri tre morti sono il frutto degli attacchi israeliani in risposta agli oltre 35 razzi lanciati negli ultimi due giorni da Gaza sul territorio israeliano. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha chiesto “ai leader arabi di mostrare responsabilità e di pronunciarsi contro i disordini, per ripristinare la tranquillità”.
Proprio Netanyahu ha chiamato Hussein Abu Khdeir, il padre del sedicenne palestinese bruciato vivo, esprimendo “lo shock dei cittadini israeliani e mio per il terribile omicidio di suo figlio”, definito “spregevole e inaccettabile per ogni persona”, e garantendo giustizia “sulla base della più ampia estensione della nostra legge”. I presunti responsabili della morte del ragazzo sono già stati catturati dai servizi di sicurezza israeliani. Si tratta di sei estremisti israeliani – alcuni dei quali minorenni – che, secondo il portavoce della polizia, avrebbero avuto “un movente di tipo nazionalistico”, agendo probabilmente per reazione al rapimento e all’uccisione dei tre adolescenti israeliani.
È andata meglio al quindicenne americano-palestinese Tariq Abu Khdeir, liberato dal tribunale di Gerusalemme dietro cauzione. “Continuavano a colpirmi – ha detto ai giornalisti, riferendosi alla polizia israeliana – sono svenuto e mi sono svegliato in ospedale”. Le sue dichiarazioni, accompagnate da evidenti segni di percosse, hanno aperto un caso diplomatico: in virtù della doppia nazionalità, gli Stati Uniti hanno chiesto alle autorità israeliane “un’inchiesta rapida, trasparente e credibile”.
Tariq Abu Khdeir è cugino del ragazzo bruciato vivo ed è stato arrestato con l’accusa di aver lanciato pietre e molotov contro la polizia. Il pestaggio dei militari sarebbe documentato da un video trasmesso dalla TV palestinese, in cui il ragazzo picchiato sembrerebbe proprio il quindicenne. Per Israele, il video pubblicato su youtube sarebbe “montato e non obiettivo”. Un ulteriore tassello che rischia di acuire ulteriormente la crisi israelo-palestinese, ormai sempre più lontana dalla soluzione pacifica auspicata recentemente anche da papa Francesco.