HomeCronaca Giornalismo IN guerra: Sallusti-Feltri, Iacopino-Siddi e tutti contro Floris

Giornalismo IN guerra: Sallusti-Feltri, Iacopino-Siddi e tutti contro Floris

di Nicola Maria Stacchietti07 Luglio 2014
07 Luglio 2014

feltri-sallusti

L’allievo contro il maestro, il presidente contro il sindacalista, e il giornalista di successo contro tutti: sul caso-Boffo si registrano nuove dichiarazioni al veleno tra Sallusti e Feltri, non si placa la lotta sull’equo compenso  tra Siddi e Iacopino, che sui social e annuncia che porterà Fieg, Fnsi e governo davanti al Tar, mentre Giovanni Floris, celebre conduttore di Ballarò, è contestatissimo per l’accordo con La7 e i quattro milioni di euro che intascherà in tre anni. Ma andiamo con ordine.
Per quanto riguarda il caso-Boffo (le rivelazioni infamanti – di omosessualità – pubblicate su Il Giornale, che erano costate a Boffo la direzione di Avvenire)  fa discutere l’intervista rilasciata da Feltri all’Espresso: le dichiarazioni dell’ex direttore de Il Giornale (“Dissi al pm che la catena era Santanchè, Bisignani, Bertone… è quello che mi fu detto da Sallusti, quando lui era condirettore”) sono state smentite proprio da Sallusti, che ha scelto Dagospia (il blog satirico di D’Agostino) per le repliche. L’attuale direttore de Il Giornale afferma: “Come ho già avuto modo di spiegare ai magistrati della Procura di Napoli, non ha alcun fondamento la ricostruzione fatta da Vittorio Feltri sull’origine dello scoop della condanna di Dino Boffo per molestie telefoniche a sfondo sessuale. I nomi citati da Feltri non hanno nulla a che fare con quella vicenda, né avrei potuto farli, quelli o altri, a Feltri o a chiunque, in quanto avrei violato il dovere alla riservatezza delle fonti che è baluardo inviolabile del nostro mestiere”. La controreplica di Feltri, sempre su Dagospia, non si fa attendere: “Chiunque può immaginare che se non avessi avuto ampie rassicurazioni dal mio vicedirettore, mai e poi mai ne avrei autorizzato la pubblicazione”. E ne ha anche per la Santanchè, che gli avrebbe promesso i ringraziamenti del card. Bertone per tale segnalazione, “ringraziamenti che non arrivarono mai”, chiude Feltri.
Nel frattempo il mondo del giornalismo è scosso anche da altre polemiche: lo scontro Siddi- Iacopino sul rinnovo del contratto, e in particolare sull’equo compenso, continua sui social, ma anche nelle piazze. Il presidente dell’Odg ha infatti annunciato in un post a caratteri cubitali: “Porteremo governo, Fieg e Fnsi davanti ai giudici: le contestazioni riguardano la violazione di legge e lo sviamento di potere, argomentate da uno studio legale con un documentato parere”. La decisione è avvenuta dopo l’assemblea di protesta del 5 Luglio, mentre a Roma è prevista per domani una manifestazione di freelance, precari e redazioni contro le decisioni della dirigenza dell’Fnsi, proprio nei pressi della sede romana di corso Vittorio Emanuele II, dalle ore 10.
E se sui social rimbalza l’hastag “#stopfnsi, contro l’iniquo compenso” (250 euro, il tetto minimo salariale mensile), tra i giornalisti c’è chi fa la parte dell’asso pigliatutto, tutto quello che i colleghi non riescono a guadagnare: in questi giorni è stato reso noto che Giovanni Floris passerà da Rai 3 a La7, dove percepirà un emolumento di quattro milioni di euro in tre anni. Alla faccia della spending review tanto sbandierata da Cairo. Alla Rai Floris avrebbe guadagnato per lo stesso periodo 1,8 milioni di euro, ma l’anchor-man del momento afferma sicuro all’Ansa: “Me ne vado per una scelta editoriale, la Rai non sposava le mie idee”. Se lo dice un “prodotto del vivaio Rai”, sempre in prima serata negli ultimi dodici anni, è proprio il caso di dirlo: alè.

Nicola Stacchietti

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