Gli oltre sessanta clienti inclusi nel fascicolo bis dell’inchiesta sulle baby squillo ai Parioli verranno riconosciuti dalle due studentesse: dopo le otto condanne e i 38 anni totali di pena agli sfruttatori di vario genere (tra cui la mamma di una delle due), è questo il prossimo obiettivo degli inquirenti romani.
Oltre Mauro Floriani (dirigente di Trenitalia e marito della deputata di Forza Italia Alessandra Mussolini) e Nicola Bruno, figlio del parlamentare Donato (sempre di FI) e ci sono anche due nomi già noti tra i condannati: Gianluca Sammarone e Francesco Ferraro, la cui posizione è simile a quella degli altri sessanta.
Il numero totale è stato individuato grazie alle intercettazioni dei telefoni cellulari, un dato che passerà necessariamente dal riconoscimento facciale fatto dalle due ragazze, che verranno interrogate anche per definire le singole posizioni degli indagati e portare a termine le indagini successive a quelle sulle utenze.
Saranno il pm Cristiana Macchiusi e il procuratore aggiunto Maria Monteleone a prendere decisioni in merito.
Per il momento è certo che dieci di loro hanno chiesto il patteggiamento: la procura deve ancora decidere, ma sembrerebbe intenzionata a non accettare perché i termini proposti finora non sembrano adeguati.
Gli avvocati degli imputati stanno provando a sostenere, nel frattempo, l’incertezza degli assistiti sulla vera età delle ragazze: un punto sul quale i pm invece hanno avuto posizioni ferme, affermando l’impossibilità di non capire la loro minore età. La giurisprudenza italiana, in questo, ammette l’inversione dell’onere della prova: sono infatti gli accusati a dover dimostrare di aver sbagliato in ragione di condizioni oggettivamente non verificabili.
Stelio Fergola