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Iacopino – Siddi, è scontro fra Odg e sindacato. E in molti escono dalla Fnsi

di Anna Bigano03 Luglio 2014
03 Luglio 2014

franco_siddiNon le manda a dire Enzo Iacopino. Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti è intervenuto ieri alla conferenza stampa alla Camera, dove sono state presentate le iniziative della categoria contro il nuovo contratto giornalistico: «Credo che il primo nemico che i giornalisti abbiano oggi si ritrovi nel gruppo dirigente della Federazione nazionale della stampa», ha detto Iacopino, associandosi ai promotori dell’assemblea generale di sabato e della manifestazione dell’8 luglio sotto la sede dell’Fnsi. La risposta di Franco Siddi, numero uno del sindacato, non si è fatta attendere: «Suggerisco a Iacopino di fare un ripasso per ripetere l’esame professionale, almeno nella parte che riguarda il contratto dei giornalisti», ha detto all’Ansa. «L’abbiamo detto ieri e lo ripeto per l’ennesima volta: nessun diritto è stato leso, se ne sono aggiunti altri a tutele crescenti, dove non ce ne erano, e a salvaguardia degli istituti di categoria».

I giornalisti, soprattutto i freelance, non sono d’accordo con questa lettura del contratto e su Twitter hanno lanciato gli hashtag #stopfnsi e #siddivergogna. addirittura 250 euro lordi al mese, dicono, non si possono definire equo compenso, semmai schiavismo legalizzato, ed esortano Siddi e il sottosegretario all’editoria Luca Lotti a provare a vivere con quello stipendio. «A me non piace dire equo compenso, ma compenso minimo garantito, perché oggi un articolo di 1600 battute veniva pagato tre, quattro al massimo cinque euro», aveva commentato la scorsa settimana il sottosegretario Lotti. Chiamiamolo pure compenso minimo, ma sembra assai difficile ipotizzare che gli editori siano pronti spontaneamente ad aumentare le retribuzioni mensili per i collaboratori. In conferenza stampa, ieri, il rappresentante dei precari Giuseppe Manzo è stato lapidario: «Se, come dice Lotti, l’accordo è un punto di partenza, perché dobbiamo partire con una porcata?».

Intanto si moltiplicano le espressioni di dissenso. Oltre alla manifestazione dell’8 luglio, in molti esprimono in queste ore, via blog e social network, l’intenzione di restituire la tessera all’Ordine (per risparmiare – è questa l’idea – almeno sulla tassa d’iscrizione annuale) e addirittura di lasciare il sindacato. La prima scissione nella storia dell’Fnsi si è consumata già martedì, per unanime decisione della componente sindacale Puntoeacapo: «Lasciamo i signori di questa irriformabile Federazione allo sfascio cui hanno condannato la categoria, alle loro poltrone e poltroncine che li tengono lontani da decenni dalle redazioni e dai problemi veri della professione», scrivono a Puntoeacapo . E altri meditano di seguirli, come l’ala che fa capo al gruppo Senza Bavaglio o Refusi, il coordinamento dei precari del Veneto, che ha già chiesto al sindacato regionale di considerare chiuso il rapporto con l’Fnsi se non saranno inserite nell’accordo maggiori tutele per il lavoro dei collaboratori a progetto. 

Anna Bigano

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