La Costa Concordia si prepara a salpare per il suo ultimo viaggio alla volta del porto di Genova. La nave colpita dall’inchino fatale davanti all’isola del Giglio il 13 gennaio di due anni fa, verrà trasferita, entro fine luglio e smantellata nel capoluogo ligure a opera dei Cantieri San Giorgio del porto e della Saipem (società del gruppo Eni, specializzata in tecnologie ambientali applicate in alti fondali). Il “Progetto di trasferimento e smaltimento” presentato nei giorni scorsi da Costa Crociere è stato approvato dal Governo dopo mesi di indecisione e rinvii relativi soprattutto alla possibilità iniziale di indirizzare la nave verso porto di Piombino. “Nei tempi previsti – ha detto il premier Matteo Renzi al termine del Consiglio dei Ministri – la nave verrà smaltita in Italia”. “Cdm ha deciso: #Concordia va a Genova. Soluzione italiana premia nostro impegno, ora vigiliamo per massima tutela ambiente”, è stato il twit del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.
La soddisfazione dell’autorità portuale di Genova. Una decisione accolta con soddisfazione dal presidente dell’Autorità portuale di Genova, Luigi Merlo. “Missione compiuta – è stato il commento del presidente -. Abbiamo lavorato in un quadro equilibrato dicendo che non si trattava di una competizione tra porti, ma di una gara fra privati. Abbiamo detto che i porti dovevano essere attrezzati per questa operazione e noi lo siamo”, mentre il governatore della Liguria, Claudio Burlando, ha parlato di “grande orgoglio e responsabilità”.
Il dissenso del sindaco di Piombino. La notizia della scelta di Genova come cimitero in cui seppellire per sempre il ricordo del relitto e delle sue 32 vittime, non è stata accolta favorevolmente dal presidente della provincia di Grosseto Leonardo Marras che ha dichiarato di “Non condividere né scelta né motivazioni”, e nemmeno dal sindaco di Piombino Massimo Giuliani.
La Concordia potrebbe lasciare per sempre l’isola del Giglio intorno al 18-20 luglio, per giungere, dopo un viaggio di 4 giorni, al porto di Genova. “Il traguardo è vicino – ha dichiarato l’amministratore delegato di Costa Crociere, Michael Thamm –. Siamo a due settimane dal possibile rigalleggiamento” che durerà tra i 4 e i 5 giorni.
Le operazioni di rimozione. Il piano di trasporto della Costa Concordia (affidato dalla compagnia di navigazione alla Titan Micoperi con il successivo smaltimento da parte dell’associazione temporanea di imprese formata al 51% da Saipem e al 48% da San Giorgio del Porto e Cantieri Mariotti) si avvarrà di alcuni punti di forza. Un battello con tecnologia biomarina per la dissuasione dei cetacei, il riciclaggio del 90% di arredi e suppellettili di cui una buona parte destinati a usi sociali, e ancora pannelli che impediranno la dispersione dei liquidi durante i lavori e lo svuotamento delle acque di sentina in un bacino dotato di un sistema di depurazione delle acque e delle sostanze reflue. Sono solo alcune delle strategie messe a punto per scongiurare il rischio che potrebbe scaturire dal trasporto del relitto. Una volta partito il convoglio, che verrà preceduto da due rimorchiatori a prua e due a poppa, sarà racchiuso, a poppa, da una ellisse di rete immersa in profondità, trainata da due battelli per lato, che raccoglierà eventuali materiali dispersi. A Genova la carcassa verrà ormeggiata all’interno della diga e svuotata secondo il Codice Europeo per lo smaltimento dei rifiuti. Dopo 4-6 mesi quel che resta della nave verrà spostato a Levante, ormeggiato alla banchina attrezzata dell’ex superbacino per poi scomparire per sempre alla vista, avvolto, in superficie, da pannelli e, sott’acqua, da barriere anti dispersione. Il colosso sarà poi tagliato a fette orizzontali, fino a raggiungere il pescaggio di 10 metri che consentirà il trasporto nel bacino 4 delle Riparazioni Navali per lo smantellamento finale.
L’isola e il suo relitto. Intanto, in attesa del suo ultimo viaggio verso Genova e del definitivo smaltimento che durerà, complessivamente, circa un anno e mezzo, la Concordia, avvolta da un silenzio surreale, continua a offrire il suo fianco quasi completamente sommerso dal mare, ai turisti che arrivano al Giglio. Avvicinandosi all’isola, dal mare, il relitto è la prima cosa che si scorge in lontananza, come a rimuginare il suo dramma, quasi a volere scrivere, in silenzio, il manifesto funebre delle vittime di quella sciagurata notte d’inverno. Dagli scogli, sulla riva, la vista del gigante trafitto è migliore. Sulla piattaforma collegata alla nave stretta in una gabbia di ferro, gli operai lavorano senza sosta e, anche la domenica, si intravedono uomini con giubbotti rossi, su quello che due anni fa era il ponte del relax dei vacanzieri del mare, divenuto in poco tempo la tomba dei naufraghi. Alcuni turisti prendono il sole sugli scogli, molti scattano foto al relitto. Il requiem collettivo intonato dal silenzio è forte e presto se ne andrà con il relitto, pronto a salpare, carico di storie e vittime, alla volta del suo ultimo approdo.
Samantha De Martin