Quattro titoli mondiali in campo, direbbe qualcuno. Ma considerando che tre sono della Germania, allora si potrebbe parlare anche di cinque titoli europei, tra i tre tedeschi e i due francesi, per equilibrare meglio il raffronto. Comunque la si giri, Germania – Francia ha tutte le caratteristiche per essere la prima, vera partita di cartello di questo mondiale.
Favoriti? Difficile dirlo, in una partita secca. Il cammino delle due formazioni è stato finora abbastanza agevole. I transalpini hanno avuto meno ostacoli sul proprio cammino, ma si sono anche trovati di fronte ad avversari tutto sommato abbordabili (e, per ironia della sorte, hanno sommerso di reti proprio i più forti sulla carta, gli svizzeri). I tedeschi, dal canto loro, hanno affrontato squadre sulla carta più ostiche, sia per tasso tecnico (il Portogallo, nonostante il deludente mondiale) che per caratteristiche fisiche (il Ghana nella seconda gara del girone e l’Algeria battuta ieri ai supplementari), e, tra le grandi, si sono dimostrati quelli più in forma.
Nessuna delle due brilla particolarmente per livello d’organico. La Francia è lontana parente dello squadrone di Zidane e Thuram: l’unico punto di contatto è il commissario tecnico, Didier Deschamps, che di quella Francia era il mediano insostituibile di centrocampo. Oggi i transalpini hanno una formazione abbastanza giovane che punta tutto sul talento mai pienamente espresso di Benzema, o sull’estro del giovane fenomeno Paul Pogba. Proprio il bianconero ha sbloccato, togliendo parecchie castagne dal fuoco, la complicata sfida con la Nigeria, mentre Benzema ha dato un grande contributo soprattutto nello scoppiettante esordio contro l’Honduras.
Se il girone superato dai francesi con una pioggia di reti fa un po’ notizia, la Germania di oggi non è, come tutte le Germanie, una schiacciasassi fabbrica-gol: a parte le 4 reti rifilate al Portogallo, i tedeschi sono rimasti inchiodati sull’1 a 1 contro il Ghana e hanno vinto di misura l’ultima contro gli Stati Uniti. E, forse, sentiranno la fatica più dei rivali, considerata la durissima vittoria di ieri contro l’Algeria, superata solo ai supplementari. Una squadra, quella tedesca, estremamente organizzata e fisicamente preparata come da tradizione. Gli uomini? Tecnicamente si supera di un bel po’ il livello francese, specie se si pensa all’estro di un Müller, di un Özil o dell’ormai veterano (ma ancora giovane) Schweinsteiger. Senza dimenticare che i tedeschi hanno sempre avuto il loro principale punto di forza in altre componenti. Quello che stupisce della squadra di Löw è che la sua ossatura sia ancora giovanissima pur essendo nel giro già dai mondiali sudafricani.
Insomma, entrambe hanno ampie credenziali per arrivare alle semifinali contro la vincente tra Brasile e Colombia. E di certo non è una buona notizia che il calcio europeo debba proporre un aut-aut di questo livello, considerata la fatica che le squadre del vecchio continente stanno facendo in questo mondiale.
Stelio Fergola