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Assolta dall’accusa di intercettazioni la regina dei tabloid Rebekah Brooks

di Anna Bigano30 Giugno 2014
30 Giugno 2014

Rebekah-BrooksSi chiude con un’assoluzione per Rebekah Brooks, ex direttrice di News of the World, e con una condanna per l’altro ex direttore Andy Coulson la vicenda del “tabloidgate” esplosa in Gran Bretagna nel 2011. Il popolare periodico inglese del gruppo Murdoch fu costretto alla chiusura quando emersero le intercettazioni telefoniche illegali ordinate dai vertici della testata ai danni di vip e persone comuni per “fare lo scoop” (fra le conversazioni registrate, persino quelle del principe William).

Doppio verdetto. Dopo sette giorni di camera di consiglio, il processo si è concluso con una sentenza a sorpresa. Sono cadute tutte le accuse (comprese quella di corruzione di pubblici ufficiali e intralcio alla giustizia) che pendevano su “Rebekah la rossa”, direttrice del tabloid dal 2000 al 2003 e numero uno della società editrice News International fino allo scoppio dello scandalo. Il suo vice e successore alla guida di News of the World rischia invece fino a due anni di carcere per cospirazione volta a realizzare le migliaia di intercettazioni che hanno scosso l’opinione pubblica inglese. A rendere il verdetto inatteso contribuiscono le rivelazioni del procuratore Andrew Edis, che aveva spiegato alla giuria che la Brooks e Coulson furono amanti dal 1998 al 2004 e che all’epoca della cospirazione esisteva fra i due un rapporto di fiducia ancora più stretto di quello fra semplici colleghi di lavoro. Lo confermerebbero anche le email trovate dagli investigatori sul computer dell’ex direttrice.

Figuraccia a Downing Street. La vicenda è stata fonte di un certo imbarazzo per il premier David Cameron, di cui Coulson è stato prima direttore della comunicazione (all’epoca in cui Cameron era leader dei conservatori) e poi spin doctor a Downing Street, fino alle dimissioni rassegnate nel gennaio 2011. Cameron si è scusato in tv e ha ammesso che l’assunzione di Coulson è stata un errore. Avrà tirato un sospiro di sollievo, invece, Rupert Murdoch, il magnate della comunicazione di cui per molti Rebekah Brooks era la beniamina. «Sono state commesse delle violazioni e ci siamo scusati per questo», ha commentato un portavoce del gruppo News International, assicurando che il gruppo ha collaborato pienamente con gli inquirenti e ha modificato il proprio modo di operare rispetto all’epoca dello scandalo.

Anna Bigano

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