28 giugno 1914. Il giorno ricorre nei manuali di storia a partire dai sussidiari delle elementari. Perché la data ha segnato la Storia. In quel giorno a Sarajevo veniva ucciso assieme alla moglie l’Arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’Impero austro-ungarico. L’attentatore uno studente serbo, Gavrilo Princip, che premette il grilletto in nome del nazionalismo slavo.
Torniamo ai libri di scuola, dove si sprecano i modi di dire per appellare l’episodio (“la goccia che ha fatto traboccare il vaso”, “la scintilla che ha acceso la miccia”…). L’attentato di Sarajevo, infatti, è stato il casus belli, o meglio ancora il pretesto per l’Austria di dichiarare guerra alla Serbia. Da lì il gioco delle alleanze ha fatto il resto, dando vita a quella che viene ricordata oggi come la Prima Guerra Mondiale, nei quali combattimenti persero la vita tra militari e civili oltre 15 milioni di persone.
Domani saranno passati cent’anni da quel giorno. Una ricorrenza a due anni dal Nobel per la pace all’Unione Europea, che raccolse il compito, non ben gestito da parte della Società delle Nazioni, di mantenere la pace tra i popoli. E a due giorni dall’inizio del semestre europeo italiano, che partirà il 1 Luglio.
Anche in Italia, che dal 1915 decise di prender parte al conflitto dopo una serie di traversie interne tra interventisti e neutralisti, prenderà il via una serie di commemorazioni per celebrare la memoria dello storico conflitto. Il progetto nazionale si protrarrà fino al 2018, così da far coincidere, un secolo dopo, tanto la data d’inizio quanto quella della fine, con l’avvio e il termine della Grande Guerra.
Il programma ufficiale della commemorazione è stato già illustrato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Le location scelte, per essere animate da musica, mostre e danze, sono i luoghi divenuti storici in seguito al conflitto. E spetta al sacrario militare di Redipuglia (monumento ai 100.000 soldati italiani caduti durante la prima guerra mondiale), ospitare la “Messa da Requiem” di Giuseppe Verdi, diretta dal Maestro Riccardo Muti, il 6 luglio prossimo. Particolarmente suggestiva l’iniziativa che si terrà sulle Dolomiti. Tra le montagne, nei luoghi della Guerra, si terrà una serie di concerti con musiche legate al primo conflitto mondiale.
Anche Sarajevo si prepara alla ricorrenza. Per commemorare i 100 anni dall’inizio del conflitto, la Capitale della Bosnia Erzegovina ha organizzato un ricco programma di eventi culturali, dal titolo “Sarajevo cuore d’Europa”.
Silvia Renda