I genitori della diciassettenne lanciatasi dal tetto del liceo di Forlì, un libero professionista e un’insegnante entrambi cinquantenni, sono stati iscritti nel registro degli indagati con le accuse di maltrattamenti in famiglia in concorso, con l’aggravante della morte della persona offesa, e d’istigazione al suicidio.
Prima di uccidersi, infatti, la ragazza aveva scritto una lettera di due pagine, ritrovata dai carabinieri all’interno dello zainetto lasciato sul tetto della scuola, in cui contestava ai genitori i numerosi divieti e la loro presunta volontà di tenerla segregata in casa. «Chiedo perdono a tutti. Ma questo è un gesto che medito da tempo. Perdonatemi. Il mio disagio interiore è insopportabile», queste le parole della liceale dopo l’ultima lite con i genitori, a due giorni dal suicidio, in seguito al loro rifiuto nel farle proseguire gli studi in Cina. Nel corso delle indagini, gli inquirenti hanno trovato nella cameretta dei messaggi in cui è scritto che più volte la teenager avrebbe minacciato la famiglia di suicidarsi per ammorbidire il loro rapporto burrascoso. Lo smartphone della ragazza, stando alle ultime indiscrezioni, conteneva una registrazione, una sorta di ultimo testamento, probabilmente effettuato poco prima di lanciarsi, in cui ribadiva il proprio malessere. Una volta rilevato il contenuto di questi messaggi, la magistratura è stata costretta a iscrivere i genitori nel registro degli indagati.
Renato Paone