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Roma “congestionata”, il rapporto Eurispes inserisce la Capitale nella top ten delle città europee più trafficate

di Nino Fazio11 Giugno 2014
11 Giugno 2014

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Roma è tra le città più trafficate d’Europa. È quanto si apprende dal Libro bianco sulla mobilità e i trasporti presentato dall’istituto di ricerca “Eurispes”. «In Italia – secondo lo studio – sono oltre 600 le automobili ogni mille abitanti con i picchi costituiti dalle aree metropolitane di Roma e Firenze che ne registrano oltre 700 ogni mille abitanti». Le ripercussioni sul traffico sono evidenti: «Milano e Roma, due delle tre città campione, si collocano all’interno dei primi dieci posti della classifica europea delle città più congestionate. Velocità medie anche inferiori ai 10 Km/h, analoghe ai tempi della prima industrializzazione».

Trasporti fatiscenti. La maglia nera per la Capitale dipende sicuramente dalla bassa qualità dei trasporti pubblici. Il problema sicuramente è italiano, considerando che «in Italia i chilometri di metropolitana disponibili sono complessivamente inferiori alla sola rete della città di Madrid». Anche il trasporto pubblico in superficie, inoltre, è particolarmente deficitario: «Dal 2006 ad oggi – si apprende dal rapporto – il parco mezzi bus italiano è andato gradualmente invecchiando per effetto di un insufficiente ricambio passando dai circa 9 anni medi di età del 2006 ai circa 12 del 2012. Questo indicatore ha un impatto rilevante sulla qualità del servizio, sui costi di manutenzione, sulla propensione alla scelta del trasporto collettivo delle classi di reddito più elevate». In poche parole chi può permettersi l’auto abbandona i mezzi pubblici.

Roma sprofonda. La situazione della Capitale è particolarmente disastrata: per raggiungere il modello milanese preso a riferimento, «Roma dovrebbe aggiungere circa 2000 km a quelli attuali». Sempre in rapporto al capoluogo lombardo, le fermate degli autobus romani dovrebbero crescere di ben 15mila rispetto a quelle presenti nel 2012 e «il numero di veicoli Tpl dovrebbe aumentare di quasi 800 unità».
Il rapporto non tiene conto dei tagli che il Campidoglio ha operato a maggio sulle tratte «meno utilizzate». Ben 12 linee Atac sono state soppresse e sono previsti altri tagli e rimodulazioni delle corse sopravvissute alla scure. Le statistiche, perciò, sono destinate a peggiorare inesorabilmente. A dire il vero però, per gli stessi motivi cronologici, anche il recente fenomeno del car-sharing non è stato considerato. Solo da marzo, infatti, anche i cittadini della Capitale possono usufruire della macchina in condivisione e da qualche settimana alla flotta Car2Go si aggiungono le Fiat 500 di Enjoy, il servizio targato Eni.

Auto mia, quanto mi costi? Spostando l’analisi al livello nazionale, l’inefficienza del trasporto pubblico locale ha causato «la preminenza del trasporto privato su quello collettivo e pubblico». Mentre la spesa delle famiglie italiane per il trasporto privato è pari a circa il 13% del reddito complessivo, il nucleo familiare spende nel trasporto pubblico solo l’1,2% del reddito disponibile. Queste abitudini si ripercuotono negativamente sull’economia degli italiani, ai quali l’Eurispes ha fatto i conti in tasca: «In Italia tra manutenzione, assicurazione, parcheggi, pedaggi autostradali, un’automobile di media cilindrata costa a chi la possiede oltre 4.500 euro l’anno, spesa che ha un’incidenza sul reddito medio netto delle famiglie italiane quantificabile tra il 12% e il 25%». Alla fine della fiera il trasporto privato viene a costare in media 17 volte in più rispetto a quello pubblico.

Gioventù al verde. La crisi, tuttavia, pesa sulle famiglie che hanno ridotto l’acquisto di automobili con i giovani che addirittura rinunciano sempre di più a conseguire la patente di guida. A parte le finanze in rosso, i giovani – stando a Eurispes – «si mostrano più sensibili alle istanze ambientaliste, meno esposte al fascino del simbolo costituito dal possesso dell’auto» e più inclini al trasporto a due ruote, con un ricorso sempre maggiore alla bicicletta. La speranza che il futuro sia finalmente più “green”, per ora, è destinata a restare tale. Non ci resta che aspettare e, magari, pedalare.

Nino Fazio

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