Sono solitamente una voce dall’altra parte del telefono, oggi invece ci hanno messo la faccia. Migliaia di operatori dei call center di tutta Italia hanno, infatti, sfilato in corteo per le strade di Roma contro le delocalizzazioni e la disoccupazione (non solo giovanile). A indire lo sciopero e trainare il corteo sono stati i sindacati del settore: Cgil, Cisl, Uilcom-Uil e Cobas.
«Contro delocalizzazioni e dumping». Lo striscione ha così trainato, fin dalle 9.30 di questa mattina, 7 mila manifestanti da piazza Esedra fino a piazza Santi Apostoli. Fermare la delocalizzazione – l’affidamento del servizio a società straniere – e l’elargizione di contratti di lavoro atipici sembra essere l’unica soluzione per contrastare la disoccupazione nel settore. Sfruttati e pagati 600 o mille euro al mese per lavorare part-time, dalle 4 alle 6 ore al giorno, i manifestanti hanno parlato di violazione dei diritti dei lavoratori. Ma ad essere “tradita” non è solo la legge nazionale. L’Unione Europea, di fatto, con la direttiva 2001/23/CE ha proibito il fenomeno della delocalizzazione che manderebbe a casa migliaia di operatori italiani a favore degli stranieri. E a rimetterci (insieme ai lavoratori) sarebbe anche il cliente. Infatti quando qualcuno chiama un call center all’estero i suoi dati (carta di credito, carta d’identità ecc..) vengono visionati dall’operatore che potrebbe utilizzarli in maniera impropria, non avendo il paese di destinazione un regolamento uguale a quello italiano.
“Damiano uno di noi”. Ha presenziato alla manifestazione anche Cesare Damiano, ministro del lavoro sotto il governo Prodi, accolto dalla folla con slogan alla “Damiano uno di noi”. Il politico, infatti, nel 2008 aveva regolarizzato la situazione di precarietà nei call center, trasformando migliaia di lavoratori a progetto in assunti a tempo indeterminato. Gli stessi lavoratori che avevano beneficiato del cambiamento, oggi sono scesi di nuovo in piazza. Con la promessa di parlare del problema al premier Renzi, Damiano, ha accompagnato il corteo alla fine del percorso stabilito in piazza Santa santi Apostoli.
Flavia Testorio