HomeCronaca “La pecora nera” di Hirst è diventata una gatta da pelare

“La pecora nera” di Hirst è diventata una gatta da pelare

di Nicola Maria Stacchietti04 Giugno 2014
04 Giugno 2014

Pecora di Hirst, polemica ad Arezzo

Per l’esposizione artistica “Icastica 2014” di Arezzo la Fondazione Prada di Milano ha concesso in prestito “La pecora di Hirst”, opera che ha prodotto un generale dissenso in città. Trattasi di una pecora nera morta conservata in formaldeide, noto agente cancerogeno. La protesta delle associazioni animaliste pare quasi ovvia: le associazioni Enpa, Lav, Leal, Oipa e Wwf hanno già inviato una lettera congiunta contestando aspramente la scelta della giunta comunale aretina. Ma alla loro protesta si è aggiunta quella di circa un migliaio di residenti che hanno sottoscritto una petizione presentata al sindaco Giuseppe Fanfani. Da ultimo si accoda alla voce di dissenso anche Fratelli d’Italia, nella persona di Andrea Pistolesi, giovane assessore comunale AN-FI, e con le parole del portavoce provinciale Buracchi: “Dopo una mostra che l’anno scorso ha raggiunto costi elevatissimi, e gestita in maniera, si perde l’ennesima occasione per partire da Arezzo e dal nostro territorio per elaborare un percorso che abbia come tema l’arte. Ancora una volta si preferisce lo scandaloso, il futile, il provocatorio come se Arezzo non potesse vantare in sé bellezze artistiche ed architettoniche degne di investimento”.
E, a guardare i dati, non sbaglia di molto Buracchi. La provincia di Arezzo inciampa nella più classica delle zappe sui piedi, pubblicando online i dati sui flussi turistici nella provincia, e nel solo comune di Arezzo. Tra il 2012 e il 2013, anno in cui è partita l’iniziativa “Icastica”, non si registra un sensibile aumento degli arrivi e dei pernottamenti in città, se non nell’ordine delle poche centinaia e tra i turisti stranieri. E già al termine della prima stagione lo scorso anno, i detrattori dell’iniziativa non mancavano. Così Roberto Bardelli, ex consigliere comunale pdl: “Il picco delle entrate dei musei lo ha fatto Casa Vasari con 5.500 ingressi. In una città di centoventimila abitanti è davvero poco. E alla faccia della vocazione internazionale dell’evento, i turisti stranieri sono aumentati di poche unità e il sito di “Icastica” fornisce solo la versione in lingua italiana. E poi, grida vendetta il disastro della serata dj set di Skin alla Cadorna, con solo cento paganti, costata 15.000 euro”. Più che una pecora nera, una bella gatta da pelare per la giunta di Arezzo.

Nicola Maria Stacchietti

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