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Alleanza Grillo-Farage, sempre più vicina: punti in comune o punti morti?

di Nicola Maria Stacchietti04 Giugno 2014
04 Giugno 2014

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Il romanzo “alleanze pentastellate” in Europa si arricchisce di un nuovo capitolo. Grillo aveva incontrato Farage qualche giorno fa, ora è l’indipendentista britannico a spendere parole d’amore nei confronti dell’ex-comico. In un’intervista al tg1 ha detto: “Grillo è uno spasso. In un’epoca in cui i politici sono monotoni, noiosi come funzionari, senza passione, lui ha portato un’aria nuova. Abbiamo molto in comune”.
Il primo punto del programma del partito di Farage, l’Ukip, è l’uscita dall’Ue, considerata obiettivo politico principale e imprescindibile. Argomento che il M5S piazza all’ultimo dei famosi “7 punti” del programma elettorale per le europee, con la timida proposta di un referendum consultivo per la permanenza nell’eurozona. Punto in comune, forse.
Se si scorre l’agenda Ukip però, le incongruenze con M5S si fanno più evidenti, e i punti in comune lasciano spazio ai “punti morti”: Farage propone una politica di sostegno alla produzione di carbone, shale gas tramite drilling e fracking (contro il quale si è schierato in prima linea anche Papa Bergoglio), ed energia nucleare; Grillo ha iniziato, invece, l’avventura M5S con i temi ambientali, le energie rinnovabili ed ecosostenibili, argomenti che poi ha perso per strada nel cammino verso le europee. Ancora. Il M5S propone l’istituzione degli Eurobond: chiede che il debito sia comunitario e ritiene l’emissione degli Eurobond una delle soluzioni principali. Di tutt’altra opinione l’Ukip, per il quale non basta che il Regno Unito non abbia né l’euro, né faccia parte dello spazio di libera circolazione di Schengen; figurarsi proporre la condivisione del debito. Farage, poi, è un liberista convinto e contrario a ogni forma di restrizione o controllo statale nella regolazione dei mercati finanziari; Grillo al quinto dei “7 punti” reclama finanziamenti destinati ai consumi nazionali interni e maggiore regolamentazione dei mercati internazionali.
E poi la stampa nazionale ha scritto di certa xenofobia, iper-nazionalismo e omofobia dell’Ukip, che Farage ha prontamente smentito, sempre al tg1: “Non credete a quello che leggete su di noi. Sono i poteri forti di Bruxelles a temere la nostra alleanza perché possiamo essere una voce forte di opposizione”. Di Grillo si conoscono le battaglie contro i giornalisti “ostili” e le minacce di processi popolari in rete, anche questi persi per strada. Svelato l’arcano: con Ukip è l’avversità della stampa, dunque, il vero punto in comune.

Nicola Maria Stacchietti

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