Non poteva salvarsi se non con un “colpo di genio”, la campagna elettorale per le europee del sindaco a 5 stelle di Pomezia, Fabio Fucci, travolto dalle polemiche per la vicenda del doppio menù – uno più economico senza merendina, e uno più caro con il dolce incluso – proposto in un bando per le mense scolastiche. Pomezia, strategicamente importante perché uno dei pochi comuni rimasti nelle mani del M5s in seguito alle disastrose amministrative dello scorso anno, non poteva essere persa in occasione delle europee.
In un breve video, pubblicato rigorosamente sulle sue pagine di YouTube e Facebook, Fucci ha pensato bene di intervistare sé stesso sul gravoso tema di equità sociale, spiegando le ragioni della sua “proposta merendina”. Un assist per gli umoristi da social network, che hanno sottolineato «l’arguzia delle domande» e «la difficoltà in cui si è trovato» il sindaco di Pomezia, che però è riuscito a tenere il Movimento5Stelle in testa nelle preferenze dei cittadini pometini.
La perdita di terreno nei confronti del Partito democratico c’è stata, e il caso merendine ha senza dubbio contribuito a far tremare una delle ultime roccaforti laziali del M5S, che conta soprattutto sul forte senso di appartenenza del suo elettorato. Complice un’affluenza che ha portato alle urne poco più del 50% degli aventi diritto, Fucci ha dovuto difendersi ottenendo il 35% dei voti a fronte del 31,59% conquistato dai democratici.
La polemica, però, ha tutta l’aria di essere stata montata ad arte. Il provvedimento sul doppio menù era stato deliberato in consiglio comunale il 27 dicembre 2013, e la differenziazione del prezzo del menù veniva già adottata rispetto al reddito dichiarato dalle famiglie. La proposta, poi, sostiene Fucci nella sua auto-intervista, era nata per evitare uno spreco: merendine confezionate che le famiglie non avrebbero poi lasciato mangiare ai propri figli. La tradizione della “merenda portata da casa” può diventare una stortura classista?
Federico Capurso