Stasera chiuderanno le urne che hanno visto gli egiziani votare per scegliere il nuovo presidente che sarà il successore di Mohammed Morsi, ex presidente islamista eletto democraticamente nel 2012 e caduto l’estate scorsa grazie a un colpo di stato portato avanti proprio da Abdel Fattah Al Sisi, ex ministro della difesa e ora candidato alle elezioni. Lo scontro è infatti tra Al Sisi, il favorito, e Hamdeen Sabahi, socialista nasseriano. Il voto, che si sarebbe dovuto chiudere ieri sera, è stato prolungato di 24 ore, per permettere a più elettori di esprimere la propria preferenza data la scarsa affluenza.
Nonostante nei giorni scorsi i Fratelli musulmani abbiano infiammato il paese con molteplici manifestazioni e rivolte, si è vista una grande presenza alle urne da parte delle donne egiziane. Bassa partecipazione invece dai parte dei giovani, tanto che, secondo i dati, la maggioranza degli elettori è over 50.
Al Sisi, 59 anni, cui i sondaggi attribuiscono una vittoria schiacciante, è attualmente considerato dalla maggioranza della popolazione l’eroe nazionale che ha salvato l’Egitto dagli integralisti. “Durante il mio governo – ha affermato in campagna elettorale – non ci sarà posto per niente di simile ai Fratelli musulmani”. Il programma dello sfidante Sabahi si fonda invece sui principi della lotta al terrorismo e alle discriminazioni, della giustizia sociale e del pan-arabismo.
Difficilmente si può affermare quanto siano credibili i sondaggi ma, per quanto riguarda gli egiziani residenti all’estero, si stima che il 95% abbia già votato a favore dell’ex ministro della difesa.
Per ora l’affluenza ai seggi è stata calcolata del 35%. Evidentemente nemmeno la multa di circa 50 euro per gli astensionisti ha incentivato la partecipazione.
Cecilia Greco