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Il post elezioni, tra curiosità e “trombati” doc. Fuori Giorgia Meloni (350.000 voti) e Iva Zanicchi

di Silvia Renda27 Maggio 2014
27 Maggio 2014

trombatiItalians do it better. Anche quando l’appuntamento è istituzionale, come quello alle urne di domenica, il post elezioni in Italia regala sempre curiosità degne di nota: dalle performance particolari degli elettori, allo stupore per gli illustri non-eletti.

Show alle urne. Una strana forma di protesta quella di un elettore di Corato (Bari) di 27 anni, che avrà lasciato non poco perplessi gli scrutatori del suo seggio. Il giovane è riuscito ad imbrattare le sue schede elettorali con le feci. Il presidente del seggio, accortosi del cattivo odore, ha chiamato la polizia. L’accaduto è costato al giovane una denuncia per danneggiamento aggravato della cosa pubblica e atti contrari alla pubblica decenza.
Accade a Venezia invece che un elettore, forse per scongiurare l’ipotesi che “nel segreto della cabina elettorale” Dio potesse vederlo, si è rifiutato di votare sino a quando il crocefisso esposto nel suo seggio non è stato coperto.
Indeciso sino all’ultimo minuto un elettore di Arezzo, che uscito dalla cabina elettorale ha chiesto una nuova scheda per votare, sostenendo “di aver sbagliato”. Il rifiuto ha scatenato l’ira dell’uomo, richiedendo l’intervento dei carabinieri.
Avranno avuto difficoltà ad andare a votare gli elettori romani sprovvisti di mezzi propri. Più di mille autisti Atac, infatti, erano impegnati alle urne come scrutatori dei seggi e hanno creato disagi e rallentamenti per gli spostamenti con bus e tram.
E non si contano i selfie e i video (soprattutto da parte degli entusiasti proseliti 5stelle) che immortalano il momento del voto. Il rischio per loro è la reclusione da tre a sei mesi e una multa da 300 a mille euro.
Tra le vittorie inaspettate, anche a Sant’Ilario, il paese dove vive Grillo, il Pd è risultato il primo partito, ottenendo il 44% dei consensi. E la Lega vince nel piccolo comune catanese di Maletto.

Gli illustri euro-trombati. Non è bastato l’amore a Cecchi Paone per riuscire a farsi eleggere al Parlamento europeo. Lui, che dopo l’outing si era fatto promotore dei diritti omosessuali, aveva scelto come partito di riferimento Forza Italia, dichiarando “Mi candido per amore di un’idea di Europa che privilegi la pace, la prosperità e i diritti per tutti”. A quanto pare non è stato capito dagli elettori di destra.
Resta a casa anche la collega di partito Iva Zanicchi, che, amareggiata per la sconfitta, ha dichiarato: “Da questo momento non sono più una politica. Ho dato troppo senza ricevere nulla”.
La terza posizione in lista ha escluso da Bruxelles anche il condannato in primo grado Giuseppe Scopelliti, ex governatore della Calabria, che pure era riuscito ad ottenere 42mila preferenze.
Nulla di fatto infine per Clemente Matsella, Giorgia Meloni, Gianni Alemanno e Paolo Guzzanti.

Silvia Renda

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