Hanno preso d’assalto il Consolato di Roma, sventolando bandiere e intonando l’inno nazionale, i 5.300 ucraini che, lo scorso 25 maggio, hanno invaso il quartiere di Monte Sacro (nella foto) per esprimere il proprio voto alle elezioni presidenziali.
Dalle 8 alle 20 di domenica scorsa una lunga fila di cittadini ha sfidato il caldo ed un’attesa di circa quattro ore, davanti al Consolato, oltre che per esercitare un diritto, per accrescere la speranza di un cambiamento decisivo per un’Ucraina ancora sferzata dalla sanguinosa rivolta separatista filorussa.
Sono badanti e domestiche le protagoniste di una domenica elettorale particolarmente sentita dalla popolazione ucraina che conta, solo nella Capitale, circa 8.200 cittadini iscritti nelle liste elettorali, “disposti a tutto” pur di esprimere la propria preferenza in un momento tanto delicato per il Paese. Si sono presentati in tanti, anche a bordo di pullman, spiazzando le aspettative dei vigili, costretti a chiudere via Cimone, mandando in tilt la zona di Città Giardino.
In fila c’era anche Lilia, da quindici anni in Italia, una famiglia in Ucraina. “Abbiamo incontrato non poche difficoltà nell’esercitare quello che è un nostro diritto. A causa del caldo molti di noi hanno accusato malori, davanti al Consolato mancavano i bagni, ma per fortuna alla fine ce l’abbiamo fatta” ha raccontato. Lilia si guadagna da vivere dando lezioni di fisarmonica e pianoforte e lavorando, di tanto in tanto, in una scuola. Al telefono si commuove, mentre pensa al figlio, ai cugini alla famiglia rimasti in Ucraina e che la tengono costantemente informata sulla situazione politica. “Ho votato per Petro Poroshenko, l’unico ad essere sceso in piazza Maidan davanti ai nemici che sparavano sulla folla – racconta Lilia – Il nostro nuovo presidente si è assunto delle responsabilità e non può sbagliare. Adesso è arrivato il momento del cambiamento.
Poi un pensiero di speranza va all’Europa: “Dalla Comunità europea ci aspettiamo rispetto, ma soprattutto sanzioni dure che fermino la politica di Putin”.
Samantha De Martin