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Belgio, la polizia ferma un sospettato. È un’Audi l’auto usata dagli attentatori per scappare

di Elisa Mariella26 Maggio 2014
26 Maggio 2014

Three shot dead near Brussels Jewish MuseumÈ stato interrogato per tutta la notte l’uomo fermato ieri (e per ora considerato solo un testimone) dalla polizia belga, a seguito dell’attacco antisemita al museo ebraico di Bruxelles, lo scorso 24 maggio. È salito a 4 il numero delle vittime coinvolte nella sparatoria, dopo la morte in ospedale del giovane impiegato venticinquenne. Dai tre filmati diffusi ieri dalle autorità, compaiono nei fotogrammi due uomini che con borse in spalla, una volta scesi dall’auto parcheggiata in Rue des Minimes, sarebbero entrati nel museo attorno alle 15 e 27. Sarebbe però soltanto uno il cecchino che imbracciando un fucile d’assalto kalashnikov,  ha sparato due rapide raffiche, recuperato la borsa e fuggito via. Le autorità stanno lavorando per identificare i due uomini, mentre l’auto è stata individuata in un’ Audi, come ha dichiarato un portavoce della Procura.

 Dopo l’attentato alla scuola ebraica di Tolosa nel 2012 (dove persero la vita tre bambini fra i 3 e gli 8 anni insieme a un docente di 30), la capitale del Belgio è diventata il nuovo teatro dell’ultimo “raid” sanguinario antisemita. Il ministro degli Esteri Didier Reynders che si trovava per caso a pochi isolati dalla zona del Museo, ha parlato di forti spari e moltissimo sangue: una scena macabra di fronte alla quale si è trovato dopo essere immediatamente giunto sul luogo. Seduto in un caffè poco distante, è stato proprio Reynders a chiamare per primo i soccorsi. «Un attentato» – ha detto ancora il ministro dell’interno belga Joelle Milquet – chiaro segnale di una situazione presa troppo sottogamba e che ora esplode in tutta la sua forza. Anche il premier belga Di Rupo ha voluto unirsi alle altre figure politiche del paese esprimendo le sue condoglianze ai familiari delle vittime. A Parigi, poche ore dopo l’attentato belga, due uomini «di religione ebraica» sono stati aggrediti all’uscita della sinagoga di Creteil, nella banlieue della capitale francese. Il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve ha condannato «con grandissima severità» l’aggressione e ha dato istruzione a tutti i prefetti di rafforzare immediatamente la sicurezza  nella città.

  In Italia il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha dichiarato la sua vicinanza al Belgio, sottolineando che l’Europa (e non solo) necessita di essere salvaguardata dai focolai violenti che spesso si nascondono dietro le parole. «I morti e i feriti dell’attentato di Bruxelles sono anche i nostri morti e i nostri feriti – ha concluso Alfano – odio e violenza non si riconoscono in ciascun valore. Ci auguriamo che presto venga fatta chiarezza sull’attentato».

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