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Vivir 2020: la Lumsa guarda all’Europa

di Alessandro Testa23 Maggio 2014
23 Maggio 2014

Convegno Vivir Europa 2020Quale Europa ci aspetta domani? Quella un po’ burocratica che ben conosciamo, oppure quella dei cittadini? E, soprattutto, come possiamo sfruttare al massimo le opportunità di pace e sviluppo che ci offre da cinquant’anni?

Con la Croazia siamo 28. Alla vigilia delle elezioni di domenica 25, se ne è parlato alla Lumsa nel seminario ‘Vivir Europa 2020 e la competitività intercontinentale’, alla presenza dell’ambasciatore croato Damir Grubisa, che ha ricordato quanto sia stato lungo e faticoso il percorso di adesione all’Unione del suo paese, culminato appena lo scorso 1° gennaio: «Chi fa domanda deve sottoporsi ad un esame molto severo: la Croazia ha perso il treno storico del 2004 – ha detto – perché a causa della guerra civile eravamo indietro su molti parametri. Poi ci siamo adeguati, ma sulla lotta alla corruzione, per esempio, abbiamo dovuto correggere il nostro piano tre volte: non credo che tutti i paesi fondatori sarebbero oggi in grado di superare i severi esami di Bruxelles», ha concluso con un sorriso.

Le opportunità. Densa di contenuti la lunga relazione introduttiva del prof. Ezio Andreta, presidente dell’Agenzia per la promozione della ricerca europea, che auspica anche nel nostro paese l’adozione di una visione ad ampio raggio, che non si chiuda «in battaglie sindacali» di retroguardia, ma sappia «fare sistema» e realizzare progetti che possano sfruttare la complessità, anziché subirla: «Solo così – ha concluso il professore – si potrà sfuggire ad un declino inarrestabile e ricominciare a crescere».

La Commissione. Un saluto è stato portato anche da Anguel Konstantinov Beremliysky, addetto stampa e media presso la rappresentanza della Commissione europea a Roma. «Un tempo la Commissione aveva poche sedi fuori Bruxelles – ha ricordato – e solo nei paesi principali. Adesso invece siamo presenti ovunque e con più sedi nei paesi più popolosi, perché è importante stare il più vicino possibile non solo ai Governi, ma anche ai cittadini. Per esempio di tutto ciò che riguarda l’Expo 2015 se ne stanno occupando i nostri colleghi di Milano, perché conoscono molto meglio di noi la realtà di quel territorio e del nord Italia in generale».

Le esperienze concrete. Il dibattito era stato introdotto dal prof. Pasquale Lino Saccà e dal saluto del prorettore all’Internazionalizzazione e alla ricerca, Consuelo Corradi. Nella seconda parte del pomeriggio sono stati invece presentati alcuni casi concreti in un secondo panel, moderato dal prof. Mauro Covino. Ospite d’onore il prof. Mariano Abad, dell’università spagnola di Oviedo, che ha ricordato quanto fu importante negli anni ’80 l’ingresso nell’allora Comunità economica europea per la Spagna, ed in particolare per la povera regione atlantica intorno alla sua città. Altre esperienze sono state successivamente presentate da Salvo Iavarone, presidente della fondazione Campi Flegrei; e da Filippo D’Andrea, della Confederazione nazionale artigiani (Cna).

Di Alessandro Testa

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