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Udienza del Papa dedicata alla scienza: “Ci porta a cogliere, attraverso il creato, l’amore di Dio”

di Samantha De Martin21 Maggio 2014
21 Maggio 2014

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In una piazza San Pietro particolarmente colorata, inondata da un sole estivo, invasa da quasi 80mila pellegrini e dagli ombrellini bianchi e gialli dei cardinali accomodati sul sagrato, i tamburi delle comunità Masai con le loro tuniche multicolori e le lunghe piume rosse e blu di alcuni gruppi aztechi (nella foto) salutano l’arrivo di Papa Francesco, accolto da una folla festante di fedeli.

Il Papa saluta, come al solito, i bambini presenti in piazza, bacia una ragazza disabile, abbraccia una delegazione di nativi di America e Oceania, scambiando abbracci, ricevendo in dono un bastone simbolo della conservazione della comunità, mentre una donna dalla tunica coloratissima, ornata di collane, lo guarda commossa .”Rispetto alla Madre Terra” recita lo striscione che gli indigeni espongono per segnalare la loro presenza che vuole essere un segnale alla difesa della terra, sempre più offesa e deturpata dalla società.

Una donna sfugge alla gendarmeria e si butta a terra in posizione di preghiera, ma Francesco sembra più colpito dai bambini che lo chiamano e non rinuncia ad accontentare tutti distribuendo carezze e sorrisi.

Proseguendo il ciclo di catechesi dedicato ai “doni dello spirito” il Papa inizia l’udienza affrontando il tema della scienza. “La scienza che viene dallo Spirito Santo – dice Francesco – non si limita alla conoscenza umana, è un dono speciale, che ci porta a cogliere, attraverso il creato, la grandezza e l’ amore di Dio e la sua relazione profonda con ogni creatura”. Ricorda poi un aneddoto della sua giovinezza, e le parole insegnategli da una “persona semplice” che era solita custodire alcune rose: “Dobbiamo custodire queste cose belle che Dio ci ha dato, il creato è per noi, perché noi ne approfittiamo bene. Il creato non perdona mai: e se tu non lo custodisci lui ti distruggerà!”.

In piazza l’eccessivo caldo provoca qualche malore. Un giornalista viene soccorso dalla gendarmeria, qualche fedele sviene, ma le parole di Papa Francesco possono più del caldo eccessivo di questa giornata decisamente estiva. “Agli occhi di Dio noi siamo la cosa più bella, più grande, più buona della creazione. Gli angeli sono sotto di noi, noi siamo più degli angeli!” prosegue interrotto dagli applausi della piazza.

La scienza aiuta i cristiani a non cadere in atteggiamenti sbagliati, come l’errata convinzione di considerarsi i padroni del creato. “Il creato non è una proprietà, di cui possiamo spadroneggiare a nostro piacimento; né, tanto meno, è una proprietà solo di alcuni, di pochi: il creato è un dono meraviglioso che Dio ci ha dato, perché ne abbiamo cura e lo utilizziamo a beneficio di tutti, sempre con grande rispetto e gratitudine” ribadisce Francesco. Poi, a conclusione dell’udienza, ringraziati i pellegrini francesi, tedeschi, spagnoli, salutati i fedeli di Scozia, Indonesia, Giappone e Sud Africa presenti in piazza, il Papa chiede ai fedeli di pregare per il cammino che, sabato prossimo, lo vedrà in Terra Santa. “Sarà un viaggio strettamente religioso per incontrare il fratello Bartolomeo I nella ricorrenza del 50esimo anniversario dell’ incontro di Paolo VI con Atenagora I. Pietro e Andrea si incontreranno un’ altra volta e questo è molto bello” annuncia Francesco. La sua ultima preghiera va alle popolazioni di Bosnia e Serbia, duramente colpite dalle alluvioni e alle vittime delle calamità.

Samantha De Martin

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