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Il cardinale Scola presenta il suo nuovo libro alla Lumsa: “Testimoniamo la bellezza dell’amore vissuto”

di Mario Di Ciommo21 Maggio 2014
21 Maggio 2014

cardinale scola“Continua a diffondersi un’immagine dell’insegnamento della Chiesa sulle questioni legate all’amore, al matrimonio e alla famiglia lontana dalla verità. Si dice che a prevalere nell’esperienza e nella comprensione cristiane dell’amore sia la parola ‘no’. E questo è radicalmente falso”. Prende lo spunto da questa considerazione “Il mistero nuziale. Uomo-donna, matrimonio-famiglia”, il saggio con cui il cardinale Angelo Scola rielabora i due libri già usciti nel 1998 e nel 2000, anche in vista della celebrazione del Sinodo di ottobre che tratterà proprio il tema della famiglia. La terza edizione, per la prima volta in un volume unico, è stata presentata all’università Lumsa di Roma dal rettore Giuseppe Dalla Torre, da Francesco D’Agostino, Presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani e da Laura Palazzani, vicepresidente del Comitato nazionale per la Bioetica. Al centro della riflessione dell’arcivescovo di Milano ci sono le diverse forme dell’amore che vanno dal rapporto uomo-donna a quello tra le Persone della Trinità. La proposta del bell’amore, di cui parla Scola e che la Chiesa compie da duemila anni, racchiude in sé il grande “sì” di Dio all’umanità: sì al bene della differenza sessuale, sì al dono di sé che non si risparmia, sì alla consegna della propria esistenza per sempre, sì al dono della vita generata e accompagnata, in un paziente lavoro di educazione. Dato che l’uomo e la donna vivono nel corpo, si tratta conseguentemente di una differenza sessuale, che li apre a una relazione reciproca nell’amore, anch’esso situato nel corpo e che, come per ogni essere vivente, tende alla procreazione, alla «fecondità». Il mistero nuziale di cui parla Scola, sottolinea D’Agostino, si manifesta nell’intreccio intrinseco di questi tre elementi: differenza sessuale, amore e procreazione. “Questa triade è sempre presente nel libro – ha sottolineato la Palazzani – e oggi ci troviamo di fronte a delle sfide che tendono a dividere questa triade come nel caso dell’aborto o della fecondazione assistita”. Ed è proprio quando la triade è scissa che viene meno la famiglia, proprio perché a mancare sono gli elementi cardine di un nucleo affettivo.

L’arcivescovo di Milano evoca un dato di fatto: la rottura sempre più frequente dei matrimoni, di cui è segno anche il progetto di legge avviato nel parlamento italiano sul divorzio breve; e le pressioni per il superamento del celibato dei sacerdoti. “Quella che stiamo vivendo – ha osservato il rettore della Lumsa Dalla Torre – potrebbe definirsi l’età del disorientamento. In ogni campo vengono meno i tradizionali punti di riferimento e i principi che parevano immutabili ed intramontabili. Il matrimonio oggi finisce per essere un semplice contratto e questo a causa di uno sradicamento della religione”.

Il finale del convegno è molto diretto e poco teorico, con il cardinale Scola che esce per un attimo dai panni del letterato cristiano e torna ad indossare le vesti del prete di parrocchia quando, rivolgendosi con parole tanto semplici quanto dirette al numeroso pubblico presente, parla dei possibili rimedi a questa profonda crisi del matrimonio: “ Non sapete quante volte mi capita di venire avvicinato da coppie di anziani che mi dicono di stare insieme da 40, 50, 60 anni e di essere felici, ed è di questo che stiamo parlando nel concreto. In questa società dobbiamo testimoniare la bellezza dell’amore vissuto e quindi diffondere il verbo: testimoniare e raccontare, è questo quello che dobbiamo fare”.

Mario Di Ciommo

Maria Lucia Panucci

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