Non era mai accaduto prima nella storia, ma anche questa volta papa Francesco non ha mancato di sorprendere. E’ stato proprio il suo intervento – e non quello del cardinale Angelo Bagnasco – ad aprire, ieri pomeriggio, nell’Aula del Sinodo in Vaticano, la 66esima assemblea generale della Cei, la Conferenza Episcopale italiana, i cui lavori proseguiranno fino a giovedì.
La divisione deturpa il volto della Chiesa. E’ ai vescovi italiani che il Papa si è rivolto in apertura del suo discorso, con un’esortazione a rifuggire dal male più grave: la divisione. “Un giornale ha scritto dei membri della presidenza Cei: questo e’ del Papa, quello no – ha esordito Francesco, strappando sorrisi ai presenti – ma la presidenza sono tutti uomini del Papa. La stampa delle volte inventa le cose. Il nostro linguaggio non è di tipo politico, è quello comunionale”. “La mancanza o comunque la povertà di comunione costituisce lo scandalo più grande, l’eresia che deturpa il volto del Signore e dilania la sua Chiesa – ha denunciato il Pontefice – nulla giustifica la divisione”.
Cei al servizio dell’unità. “Come pastori siate semplici nello stile di vita, distaccati, poveri e misericordiosi”. Questo l’invito del Pontefice ai vescovi, affinché non dimentichino i “tre spazi di presenza significativa” che spettano alla Chiesa e ai suoi sacerdoti: la famiglia, i disoccupati e i migranti. “Non trascurate di chinarvi con compassione su chi è ferito negli affetti e vede compromesso il proprio progetto di vita”, ha esortato il Papa, insieme al monito a “non disertare la sala d’attesa affollata di disoccupati, cassintegrati, precari”, così come a non dimenticare il dramma dei “migranti che fuggono dalla persecuzione e dalla mancanza di futuro”. “Nessuno volga lo sguardo dall’altra parte”, ha sottolineato Francesco.
Il discorso ha poi incluso un messaggio di conforto per il Paese: “Aiutiamo a non cedere a catastrofismo e rassegnazione chi si sente privato del lavoro e, con esso, della dignità”.
Pregate per me. A conclusione del suo intervento, il Pontefice è tornato a rivolgersi ai vescovi presenti nell’Aula del Sinodo: “Pregate per me – ha esordito – soprattutto alla vigilia di questo viaggio che mi vede pellegrino ad Amman, Betlemme e Gerusalemme a 50 anni dallo storico incontro tra Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora”.
Alessandra Aurilia