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Papa Francesco dà il via all’assemblea Cei

di Alessandra Aurilia20 Maggio 2014
20 Maggio 2014

Non era mai accaduto prima nella storia, ma anche questa volta papa Francesco non ha mancato di sorprendere. E’ stato proprio il suo intervento – e non quello del cardinale Angelo Bagnasco – ad aprire, ieri pomeriggio, nell’Aula del Sinodo in Vaticano, la 66esima assemblea generale della Cei, la Conferenza Episcopale italiana, i cui lavori proseguiranno fino a giovedì.

La divisione deturpa il volto della Chiesa. E’ ai vescovi italiani che il Papa si è rivolto in apertura del suo discorso, con un’esortazione a rifuggire dal male più grave: la divisione. “Un giornale ha scritto dei membri della presidenza Cei: questo e’ del Papa, quello no – ha esordito Francesco, strappando sorrisi ai presenti – ma la presidenza sono tutti uomini del Papa. La stampa delle volte inventa le cose. Il nostro linguaggio non è di tipo politico, è quello comunionale”. “La mancanza o comunque la povertà di comunione costituisce lo scandalo più grande, l’eresia che deturpa il volto del Signore e dilania la sua Chiesa – ha denunciato il Pontefice – nulla giustifica la divisione”.

Cei al servizio dell’unità. “Come pastori siate semplici nello stile di vita, distaccati, poveri e misericordiosi”. Questo l’invito del Pontefice ai vescovi, affinché non dimentichino i “tre spazi di presenza significativa” che spettano alla Chiesa e ai suoi sacerdoti: la famiglia, i disoccupati e i migranti. “Non trascurate di chinarvi con compassione su chi è ferito negli affetti e vede compromesso il proprio progetto di vita”, ha esortato il Papa, insieme al monito a “non disertare la sala d’attesa affollata di disoccupati, cassintegrati, precari”, così come a non dimenticare il dramma dei “migranti che fuggono dalla persecuzione e dalla mancanza di futuro”. “Nessuno volga lo sguardo dall’altra parte”, ha sottolineato Francesco.
Il discorso ha poi incluso un messaggio di conforto per il Paese: “Aiutiamo a non cedere a catastrofismo e rassegnazione chi si sente privato del lavoro e, con esso, della dignità”.

Pregate per me. A conclusione del suo intervento, il Pontefice è tornato a rivolgersi ai vescovi presenti nell’Aula del Sinodo: “Pregate per me – ha esordito – soprattutto alla vigilia di questo viaggio che mi vede pellegrino ad Amman, Betlemme e Gerusalemme a 50 anni dallo storico incontro tra Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora”.

Alessandra Aurilia

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