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Vittoria storica per il Bjp, Narendra Modi è il nuovo premier indiano

di Renato Paone20 Maggio 2014
20 Maggio 2014

modiOrmai è ufficiale: Narendra Modi, leader del Bharatiya janata party (Bjp), dal prossimo 21 maggio, sarà il nuovo primo ministro dell’India. Una vittoria storica per due motivi: primo perché erano trent’anni che un partito indiano non riusciva a ottenere la maggioranza assoluta e poi per la sonora sconfitta subita dal Congresso Nazionale Indiano, da sempre guidato dalla famiglia Gandhi-Nehru, rappresentato a queste elezioni dal figlio di Sonia, Rahul Gandhi, che si è assunto personalmente la responsabilità della disfatta.

Le elezioni per l’assegnazione dei 543 seggi a disposizione del Lok Sabha, la camera bassa del parlamento, si sono svolte in diverse fasi, dal 7 aprile al 12 maggio, data l’amplissima capienza degli elettori sul territorio indiano. Lo spoglio, avvenuto il 16 maggio, ha visto la straripante vittoria dell’alleanza guidata dal Bjp, che si è vista assegnare ben 336 seggi, ben più di quanto previsto dai vari sondaggi. Al Congresso ne sono andati 44. Non solo, l’ottimo risultato viene anche dalla conquista di tutti e sette i seggi della capitale. Unico neo nell’avanzata del Bjp: non essere riuscito a sfondare nello Stato del Kerala, ultima roccaforte del Congresso.

«Arrivano bei giorni» e «l’India ha vinto», i primi commenti del leader dei nazionalisti hindu, da sempre vicino al mondo delle imprese e della destra del sub continente. Modi, proveniente dall’India occidentale da una famiglia di umili origini, appartenente alla casta ghanchi, di basso rango, è un ex commerciante di tè, che, sin dall’adolescenza, ha militato nel Rashtriya swayamsevak sangh (Rss), un’organizzazione paramilitare di estrema destra, più volte dichiarata fuorilegge: prima nel 1948, in seguito all’assassinio di Mohandas Gandhi da parte di un fanatico indù, poi durante gli anni ’70, periodo in cui Modi collaborava con l’Rss clandestinamente, ed infine bandito nel 1992, dopo la distruzione della moschea di Ayodhya. Da lì il passaggio al Bjp, ideologicamente affine all’Rss, e il proseguimento della carriera politica fino alla conquista del governatorato del Gujarat nel 2001. Sin dal primo anno di mandato, l’ormai primo ministro indiano, era riuscito a portare l’economia del Gujarat ad alti livelli, grazie ad una politica di sgravi fiscali e al sostegno della classe imprenditoriale. Nonostante i successi in campo economico, Modi ha fatto storcere il naso più volte per il suo passato politico, per le sue idee nazionaliste ed estremiste e per aver soffocato, come sostenuto dai suoi avversari, i mezzi d’informazione durante il suo governo. Altra accusa mossa contro di lui: non aver tentato di fermare la strage di Godhra del 2002, che causò la morte di circa mille musulmani in una rappresaglia ad opera di fanatici indù.
Le aspettative nei suoi confronti sono molto alte e dovrà fare di tutto per ottenere risultati concreti nel minor tempo possibile. Inoltre, dovrà saper gestire la pesante eredità del governo precedente, formata da un gigantesco apparato di sussidi, tra i quali spiccano il piano della garanzia dell’impiego nelle zone rurali e la legge per la sicurezza alimentare.

Renato Paone

 

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