In Occidente nessuno aveva fatto caso al castissimo bacio “guancia a guancia” con cui, lo scorso mercoledì, si sono salutati Gilles Jacob e Leila Hatami, ma a Teheran si urla allo scandalo.
Lui è l’ottantatreenne presidente della 67esima edizione del Festival di Cannes, lei, quarantuno anni, è l’attrice icona del cinema iraniano, in Francia come membro della giuria della kermesse e, secondo la shari’a, qualsiasi contatto fisico tra un uomo e una donna non appartenenti alla stessa famiglia è considerato un comportamento sconsiderato e inappropriato. Nel caso specifico, poi, Teheran ha guardato al saluto tra i due artisti come a un vero e proprio affronto alla “castità” di tutte le donne iraniane dal momento che Hatami in Francia è vista come rappresentante del proprio Paese.
“Quanti partecipano a eventi internazionali dovrebbero prestare attenzione alla credibilità e alla castità degli iraniani, in modo da non mostrare al mondo una cattiva immagine delle donne iraniane”, ha dichiarato il viceministro iraniano alla Cultura, Hossein Noushabadi.
Dal canto suo, Gilles Jacob ha risposto alle polemiche con due tweet. Nel primo cerca di ‘scagionare’ l’attrice: “Sono io che ho baciato Mme Hatami. In quel momento, lei rappresentava per me tutto il cinema iraniano, dopo è ridiventata se stessa”; mentre, nel secondo, critica le reazioni di Teheran: “Questa polemica, basata su un’abitudine consolidata in Occidente, non avrebbe dovuto aver luogo”.
Fatto sta che Leila Hatami, è, volente o nolente, al centro di gesti dal grande significato simbolico per l’ennesima volta, da quando, nel 2012, la pellicola che la vedeva protagonista, “Una separazione”, ha vinto l’Oscar come miglior film straniero. Sono di quell’anno le immagini delle lacrime versate, durante una trasmissione di Euronews, alla domanda sulla condizione delle donne nel cinema iraniano, che hanno fatto il giro del mondo.
Corinna Spirito