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Weekend di stragi. Confessa un amico della famiglia Azzena, ha fatto entrare in casa gli assassini

di Silvia Renda19 Maggio 2014
19 Maggio 2014

galluraDue stragi familiari nel weekend. Come in una tragica staffetta, alla risoluzione di un giallo è seguito un nuovo efferato omicidio.

Strage di Santhià. Sabato 17 Lorenzo Manavella, 25 anni, è sceso dal treno a Venezia Santa Lucia in stato confusionale e con i vestiti sporchi di sangue. Il ragazzo era ricercato dalla mattina precedente, in seguito al ritrovamento dei corpi dei due nonni e della zia a Santhià, in provincia di Vercelli. Dopo aver girovagato in Stazione, Manavella ha raggiunto il commissariato per costituirsi e confessare il triplice omicidio.
Secondo la ricostruzione più plausibile il ragazzo avrebbe agito sotto effetto della cocaina, reagendo al rifiuto della zia Patrizia (56 anni) di offrirgli denaro stordendola a pugni e uccidendola a coltellate. Dopo essere uscito di casa, è tornato dentro perché aveva dimenticato le chiavi. Scoperto dal nonno Tullio (86 anni) mentre rincasava, lo ha colpito in testa con un vaso. Poi, quasi per completare l’opera, sale al piano superiore dove riposava la nonna invalida, ignara di quanto era appena accaduto, e con un’unica coltellata uccide anche lei. Scappato da Santhià con 300 euro trafugati in casa ha confessato l’omicidio alla polizia della Stazione di Venezia, senza versare neanche una lacrima: “Li ho ammazzati io a Santhià. Volevo costituirmi da voi e non a Vercelli”.

Strage di Gallura. È crollato durante l’interrogatorio, Angelo Frigeri, amico di famiglia della famiglia Azzena: Giovanni Maria di 50 anni, Giulia Zanzani di 48 e il figlio Pietro di soli 12 anni, trovati morti nella loro abitazione a Tempio Pausania in Sardegna. Secondo alcune indiscrezioni trapelate e non ancora confermate Frigieri avrebbe aperto la porta di via Villa Bruna agli assassini degli Azzena sotto minaccia. I tre cadaveri erano stati ritrovati verso le 22.45 di sabato 17 adagiati uno sull’altro in soggiorno. I coniugi uccisi da colpi alla testa (probabilmente inferti con una spranga), il figlio morto per strangolamento.
A ritrovare i corpi era stata la sorella della donna, entrata in casa con una copia delle chiavi.
Il movente più probabile resta quello legato all’usura. La famiglia, infatti, gestiva un negozio di abbigliamento per bambini poco lontano da casa e in passato Giovanni Maria Azzena era stato arrestato dalla Guardia di Finanza per usura ed estorsione.

Silvia Renda

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