Edmondo Bruti Liberati contro Alfredo Robledo. Un nuovo capitolo sullo scontro frontale tra il procuratore di Milano e il suo vice. Oggi è toccato a quest’ultimo intervenire: Robledo ha seccamente smentito le accuse che Bruti gli ha mosso attraverso una lettera inviata al Consiglio superiore della magistratura. Nella missiva, il procuratore contestava all’aggiunto due comportamenti ritenuti dannosi per le indagini sull’Expo: quello di aver inserito, nell’esposto al Csm, elementi sull’inchiesta e soprattutto quello di aver disposto il pedinamento di indagati per i quali era già stata prevista l’attività di controllo.
Quest’ultima accusa è stata smentita non solo dallo stesso Robledo ma anche da una nota inviata dalla Guardia di finanza.
Dagli allegati dell’esposto presentato dall’aggiunto nei confronti di Bruti Liberati emergono poi nuovi particolari. Si tratta di quello che secondo Robledo sarebbe un rallentamento che il capo procuratore avrebbe volontariamente orchestrato all’inchiesta sull’ospedale San Raffaele di Milano. In pratica, nell’estate 2011, Bruti Liberati avrebbe ordinato che l’inizio delle indagini da parte del dipartimento che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione avvenisse a settembre, per evitare che le attività dei magistrati influissero sulle delicate trattative con la cordata che intendeva rilevare il nosocomio di don Luigi Verzè. La circostanza avrebbe quindi fatto in modo che solo a luglio 2012 fosse iscritto nel registro degli indagati l’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni. Tenendo quindi il fascicolo alla larga dal dipartimento diretto dallo stesso Robledo, nonostante si parlasse di tangenti in ambienti politici già da interrogatori dell’estate precedente.
Roberto Rotunno