Secondo Matteo Renzi, bisogna fermare i ladri e proseguire con i lavori. Secondo Beppe Grillo, va fermato tutto l’Expo. Nella giornata in cui il premier ha scelto di andare a Milano per “metterci la faccia”, è emersa in tutta evidenza la diversità di vedute tra il Partito democratico e il Movimento 5 stelle in merito allo scandalo dell’Expo 2015 che, secondo la procura di Milano, sarebbe in mano ad una cupola di faccendieri, politici e dirigenti.
L’evento previsto per il prossimo anno a Milano rappresenta un importante banco di prova per la credibilità del governo Renzi. Non solo in vista delle elezioni europee che si terranno tra dieci giorni. Ma intanto è alle urne del 25 maggio che Matteo deve guardare e ha fretta di evitare in ogni modo che il Pd e i partiti di centrosinistra escano indeboliti dalle inchieste milanesi. La prima mossa è stata quella di nominare Raffaele Cantone, ex pm anticamorra che solo poche settimane fa aveva assunto – scelto da Renzi – la guida dell’autorità anticorruzione, a commissariare i lavori per l’Expo. Poi Renzi si è recato personalmente a Milano nonostante – ha spiegato il premier – “i sondaggisti consiglino di parlare di Expo dopo le elezioni”. Infine, il ddl anticorruzione dovrebbe essere discusso in Senato il 27 maggio, recependo la proposta di Renzi di prevedere l’interdizione perpetua per chi prende mazzette.
Intanto è stato anche nominato il nuovo direttore generale del settore Costruzioni: si tratta di Marco Rettighieri, che viene da Italferr e ha lavorato anche per la Torino Lione. E’ stato l’amministratore delegato Giuseppe Sala a proporre Rettighieri in sostituzione di Angelo Paris, il manager arrestato pochi giorni fa.
Mentre tra le carte dell’inchiesta spuntano contatti tra il faccendiere Gianstefano Frigerio con Silvio Berlusconi, “per sponsorizzare ai massimi livelli – scrivono i pubblici ministeri – la posizione di Angelo Paris”, Beppe Grillo coglie l’occasione per un nuovo affondo. Ne ha per tutti. Per il premier Renzi, in primis, che non blocca i lavori di quella che è definita “una rapina”. Ma il comico genovese non ha risparmiato dalle critiche nemmeno il nuovo commissario Raffaele Cantone: “Un signore – ha scritto sul blog – che ha la responsabilità dell’autorità anticorruzione e che sulla corruzione dell’Expo non ne sapeva nulla. Perché quindi prende lo stipendio e a cosa serve l’autorità anticorruzione?”. E il leader del Movimento 5 stelle non ha timore di avventurarsi in arditi paragoni: “Greganti – si legge sempre su beppegrillo.it – si è fatto la galera pur di non mandare in carcere i percettori delle sue tangenti. Un eroe della sinistra, come Mangano è un eroe di Berlusconi e Dell’Utri. Un concentrato di omertà e peste rossa”.
Roberto Rotunno