Dall’Unione europea agli Stati Uniti d’Europa. Secondo il premier Matteo Renzi, che ha scelto la rivista Time per la sua prima intervista alla stampa estera, deve essere questa l’ambizione delle istituzioni comunitarie. L’Europa per Renzi deve essere vicina ai cittadini e uniformare le politiche del lavoro in tutti gli stati. Ma soprattutto, deve escludere gli investimenti in scuola, ricerca e innovazione dai parametri del patto di stabilità “che appartiene ad accordi stipulati vent’anni fa e quindi ormai anacronistici”.
Nella lunga intervista al settimanale statunitense, Renzi ha affrontato il delicato tema del rapporto con Berlusconi. Alla domanda sul motivo dell’accordo sulla riforma elettorale, Matteo ha risposto che “Berlusconi è il capo del principale partito di opposizione e non è normale che abbia problemi con la giustizia ma in Italia rappresenta una fetta importante di popolazione”. In ogni caso, il premier ha chiarito che non intende stringere patti segreti con l’ex Cav, né tantomeno formare un governo con Forza Italia: “Ma le regole del gioco – ha proseguito – non puoi scriverle da solo”.
Sulla durata della legislatura, Matteo ha voluto rassicurare: si rivoterà nel 2018, alla scadenza naturale. Per due motivi. Prima di tutto, perché tutti i parlamentari sono consapevoli dell’importanza del progetto di riforme che il governo sta cercando di portare a termine. Poi perché, volendo essere maliziosi, molti di loro sanno che, tornando alle urne, potrebbero non essere rieletti. “Voglio pensare positivo – ha chiarito il premier – e pensare che prevalga la prima ragione”.
Renzi – ha chiesto il giornalista di Time – aveva promesso che avrebbe assunto il governo del paese solo a seguito di vittoria di elezioni. Ma poi si è fatto nominare presidente grazie a una manovra parlamentare. Per quale motivo? “La nazione era bloccata – ha spiegato Renzi – e il governo non faceva passi avanti. Inoltre, anche Letta non era un premier eletto, ma nominato con una manovra parlamentare al pari della mia. Lui però non ha la responsabilità di essere segretario del più grande partito italiano, ruolo per il quale sono stato votato. Questo non è abbastanza, ma è già qualcosa”.
Vuole pensare in positivo Matteo, ed è convinto che in Italia ci siano le condizioni per una rivoluzione. Anche perché questo paese “è più aperto di quanto si possa credere visto che ha dato l’opportunità di cambiare le cose a me che ho meno di quarant’anni, non sono ricco, non sono nobile e non avevo mai messo piede in parlamento”. Nel finale c’è anche spazio per una nuova promessa: Renzi assicura che non diventerà un mestierante della politica e chiuderà da giovane la sua militanza. “Spero – ha concluso – di tornare ad avere la sfera privata che in questo momento ho perso”.
Roberto Rotunno