Il 9 maggio è, dalla legge approvata nel 2007, la giornata del ricordo delle vittime del terrorismo. Una fase non certo secondaria della storia dell’Italia repubblicana, contraddistinta da un decennio di sangue e di terrore racchiuso in una data che richiama l’anno 1978, in cui fu trovato il cadavere di Aldo Moro dopo oltre un mese di segregazione ad opera delle Brigate Rosse.
Il fenomeno del terrorismo è inquadrato storicamente tra il primo gennaio 1969 e il 31 dicembre 1987, periodo durante il quale, secondo il Ministero dell’Interno, si sarebbero verificati in Italia 14.591 atti di violenza a sfondo politico, causa di 491 morti e 1181 feriti. Tra i fatti più eclatanti, la strage di Piazza Fontana a Milano (1969) e di Piazza della Loggia a Brescia (1974); gli attentati al treno Italicus (1974), alla stazione di Bologna (1980) e quello di Val di Sambro al treno Napoli-Milano (1984), nonché gli omicidi Francesco Coco (1976), Girolamo Tartaglione (1978), Fulvio Croce (1977) e Aldo Moro (1978).
Eppure la stampa italiana non sembra ricordarsene a dovere: le prime pagine dei quotidiani di oggi mettono giustamente in risalto l’arresto dell’ex ministro Scajola e lo scandalo Expo. “La Repubblica” per esempio non dedica spazio all’evento e propone ben tre editoriali tutti correlati a Scajola-Expo. Il giornale ricorda poi la strage di Piazza Tienanmen nell’inserto Storia.
Un quadro simile per “il Giornale”, con una linea ovviamente divergente dal quotidiano diretto da Ezio Mauro: nelle pagine successive risuonano ancora i toni della polemica sul contrasto magistrati-politica. L’anniversario è ignorato da altri quotidiani italiani, dal “Corriere della Sera”, a “La Stampa”, fino a giungere al “Messaggero”.
Esce fuori dal coro “il Tempo” che, se non altro, ricorda gran parte delle vittime della strage in un doppio paginone, con tanto di fotografie identificative. 300 volti a rappresentare altrettante vite: un numero elevatissimo se si considera che gli autori sono corpi paramilitari del tutto alternativi alla legalità di Stato.
Interessante notare come l’anniversario delle vittime del terrorismo sia uno dei pochi a non identificarsi con una categoria etnica, culturale o politica ben precisa: ricorda, senza distinzioni senza citare la provenienza politica di “attacco”, tutti i morti di questa tragedia che ha colpito il nostro Paese negli anni di piombo, a differenza di altre giornate commemorative, come quelle della memoria e del ricordo, che si interessano di vittime tendenzialmente definite, quali gli ebrei d’Europa con la Shoah e gli italiani del Friuli e dell’Istria con le foibe titine.
Non è comunque un giorno con le consuete celebrazioni ufficiali. Ci sono iniziative di tipo accademico e culturale che richiamano all’argomento, come quella celebrata nella giornata di ieri dal Ministero dei Beni Culturali presso l’Archivio di Stato a Roma, e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ricorderà oggi la ricorrenza in Senato, ma manca ancora, ad oggi, una parata di Stato.
Stelio Fergola