Dopo anni di manifesti selvaggi e di abusivismo, il tappeto pubblicitario che invade Roma si prepara alla dieta: da 200 mila metri quadri dovrà ridursi a 130 mila. Addio ai mastodontici 6×3 e niente più cartelloni in prossimità degli incroci. In altre parole vengono ridotti gli spazi pubblicitari ma le affissioni costeranno di più e gli incassi per il Campidoglio passeranno da 15 a 30 milioni l’anno. La lotta ai cartelloni fuorilegge si chiama “Piano regolatore degli impianti pubblicitari” (Prip) ed è stato varato ieri pomeriggio dalla giunta Marino. “È da un quarto di secolo, dagli anni ‘90, che si aspettano nuove regole per questo settore – ha commentato il sindaco – il Prip metterà in sicurezza la città, ad esempio vietando quegli impianti agli incroci che sono pericolosi perché distraggono o impediscono la visuale agli automobilisti e farà ordine e decoro, perché di fatto saranno dimezzati i metri quadri totali di pubblicità”.
In particolare, il nuovo piano prevede la possibilità di dedicare parte dell’esposizione pubblicitaria ai mercati rionali e alle edicole (10%), realizzare progetti speciali e di arredo urbano mentre saranno proibiti cartelloni con contenuti sessisti o violenti. Ma non è tutto. Con il nuovo documento Roma viene divisa in due zone: A e B. Nella prima, che identifica le aeree verdi, sarà vietato ogni impianto pubblicitario mentre la seconda, quella urbanizzata, sarà suddivisa in altre tre sotto zone. Nel Centro storico, cioè entro le mura, saranno ammessi solo cartelloni “SPQR” (annunci comunali) e pubblici avvisi mentre nelle altre saranno permessi cartelloni fino ai 3X2 con la possibilità di manifesti ancora più grandi solo su pareti cieche.
“Gli spazi – ha sottolineato il sindaco – saranno assegnati attraverso una gara pubblica in grande trasparenza e aumentando gli introiti per il Comune. Quello che vogliamo fare è cercare nuove risorse senza gravare sulle tasche dei cittadini”. Chi vincerà la gara per la concessione avrà la responsabilità di controllare che sul territorio non ci siano impianti abusivi. “Così – ha detto l’assessore al Commercio, Marta Leonori – sgraveremo l’amministrazione da un lavoro che costa risorse. Attaccare sui muri un manifesto vuol dire sporcare e poi si deve spendere denaro pubblico per la rimozione dei cartelloni fuorilegge”. Insomma, come ricorda lo stesso Marino, il Prip è “davvero un passo molto importante che abbiamo fatto in maniera condivisa” per garantire la tutela del patrimonio storico, archeologico e ambientale e restituire decoro a quella che rimane una delle città più belle del mondo.
Maria Lucia Panucci