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Renzi rassicura Senigallia ancora senza luce e telefono. Chiesto lo stato di emergenza

di Nicola Maria Stacchietti05 Maggio 2014
05 Maggio 2014

Senigallia

L’Enel ha inviato a Senigallia 70 tecnici per riallacciare le utenze elettriche, la Protezione civile si è mobilitata nella distribuzione di acqua, viveri e medicinali mentre il Sindaco  Maurizio Mangialardi ha annunciato altre 72 ore di allerta e la chiusura delle scuole fino a mercoledì, e il presidente della Regione Gian Mario Spacca ha chiesto lo stato di emergenza. Ma il premier Matteo Renzi ieri ha visitato i luoghi dell’alluvione e rassicurato la popolazione circa l’intervento, anche economico, delle istituzioni nella ricostruzione di una “città bellissima”, come dichiarato dallo stesso Renzi: si partirà con il censimento dei danni, secondo “il metodo di lavoro già sperimentato con Protezione civile e Palazzo Chigi, poi la determinazione di un impegno economico. Ma Senigallia”, ha aggiunto il premier, “è già in ripresa e pronta per la stagione balneare in arrivo”.
Riaprono oggi i caselli dell’A14 chiusi per l’alluvione, rientrano quasi tutti gli sfollati (salvo 30 persone, tutt’ora accolti nel seminario vescovile), il livello del Misa scende in modo consistente e in nottata non sono state segnalate nuove tracimazioni. Ma non si placa la polemica riguardo la possibilità di prevenire danni così ingenti: gli ultimi a cavalcarla sono stati i candidati Green Italia-Verdi Europei alle elezioni europee, Roberto Della Seta e Francesco Ferrante. “Occorre mettere mano ai 1,6 miliardi di euro già disponibili, e reperire nuove risorse per la riduzione del rischio idrogeologico, utilizzando i fondi europei e il fondo sviluppo e coesione del 2014-2020; ed escludere tali interventi dal patto di stabilità”.
La polemica era montata dopo gli avvenimenti tragici che avevano coinvolto Nicola Rossi, 86 anni di Roncitelli, frazione di Senigallia: alla chiamata del 118 l’ambulanza era partita con sveltezza ma poi era rimasta bloccata dal fango a pochi chilometri dall’anziano. L’intervento tardivo dell’elicottero era ormai inutile per l’arresto cardiaco dell’ultraottantenne.
Non solo: il Misa è straripato sabato all’alba nella frazione di Pianello già alle 6 del mattino e la violenza del fiume si è rapidamente spostata a valle. Perché, nonostante il Misa ingrossato, i negozi del centro sono stati fatti aprire salvo poi avvertire tra le 9.30 e le 10 per una evacuazione? Perché le scuole non sono state evacuate fin dalle prime ore del mattino, se è vero che gli studenti sono rimasti bloccati negli istituti Corinaldesi e Marchetti?
Non sono solo le domande che si fanno i cittadini, riportate dal quotidiano locale “Vivere Senigallia”, ma anche questioni da sottoporre al Dipartimento per le politiche integrate di Sicurezza e per la Protezione civile. Che si difende: il Centro Funzionale della Protezione civile della Regione Marche aveva emesso l’allerta meteo venerdì 2 maggio alle ore 13.00 con una validità dalle ore 00.00 del 3 maggio e fino a tutta domenica 4 maggio. La criticità segnalata era di terzo livello, su una scala massima di quattro. Sono quindi le istituzioni locali che non hanno recepito l’allarme secondo le modalità consone? Parte il solito scaricabarile: “La situazione che Senigallia si è trovata ad affrontare nelle ultime ore non poteva essere prevista. E’ stata forse la prima volta che si è verificata un’emergenza maltempo simile”, ha detto ai microfoni di RaiNews24 il consigliere comunale di Senigallia Roberto Paradisi. “Alle 12.15 sul sito della protezione civile – ha aggiunto – la situazione era normale: se fosse vero, e lo verificheremo, sarebbe un fatto grave”.

Nicola Maria Stacchietti

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