Il Festival del giornalismo di Perugia 2014 è un successo: arrivata alla sua ottava edizione, la kermesse umbra ottiene quest’anno la maggior affluenza di sempre nonché l’approvazione dell’intera città. A confermarlo è Arianna Ciccone, la fondatrice dell’IJF (International Journalism Festival) che ha dichiarato un aumento significativo, rispetto agli scorsi anni, sia dei partecipanti sia degli speaker (quest’anno oltre 500), soprattutto quelli stranieri. Dati che non sono certo un segreto per chiunque si trovi nel capoluogo umbro: le sale che ospitano gli eventi sono sempre strapiene, tanto che in molti casi la folla di partecipanti arriva fin fuori le porte.
E dire che l’edizione di quest’anno ha seriamente rischiato di saltare per mancanza di fondi: alla fine non sono stati né la Regione né il Comune a finanziare il festival, bensì il crowdfunding. I cittadini, riconoscendo l’importanza dell’IJF, hanno messo mano al proprio portafogli, e sono stati poi seguiti dalle testate nazionali e dai due grandi colossi stranieri Amazon e Google Plus. Alla fine dunque è stato possibile assicurare anche nel 2014 un festival totalmente gratuito, con una ricchissima offerta. Merito è anche dei tantissimi ragazzi che lavorano come volontari: molti dei quali sono perugini e, sebbene studino altro nella vita, guardano alla possibilità di lavorare al festival come un’occasione imperdibile.
“È un’esperienza culturale interessante” dice Alessandro, studente di Ingegneria all’Università di Perugia “Ed è un buon modo per passare del tempo con gli amici e anche di conoscere tante persone”. Il festival, d’altronde, secondo la maggior parte dei volontari, è organizzato benissimo, tanto che, nonostante le varie location sparse per il centro e i tantissimi eventi coincidenti che riempiono il programma, non si avverte alcun senso di confusione o dispersività. Persino il fatto che vi siano diversi appuntamenti similari, in cui intervengono a volte gli stessi speaker, permette di ottimizzare i costi e dare contemporaneamente la possibilità ai partecipanti di toccare quasi tutti i temi proposti.
I perugini guardano di buon occhio anche all’ondata di appassionati di giornalismo e comunicazione che la kermesse ha portato con sé. Secondo tanti negozianti e cittadini, i turisti portati in città dal festival del giornalismo non sono paragonabili a quelli che invadono Perugia durante le due settimane dell’Eurochocolate. “Questo non è un turismo di massa, ma un turismo culturalmente alto che fa bene alla città” ha detto Marta, studentessa di biologia che assiste a un workshop sul mondo del web.
Lo stesso è quello che ritiene anche Massimiliano Borgia, giornalista di www.tofood.it, convinto che il Festival del Giornalismo faccia tanta pubblicità positiva a Perugia. “I giornalisti oggi condividono continuamente le loro opinioni sui social e hanno centinaia di follower interessati a ciò che dicono” ci spiega Borgia: Perugia e l’Umbria sono sotto i migliori riflettori possibili in questi giorni, fattore ancora più positivo se si considera che la città è candidata come capitale culturale europea 2019. Una delle grandi possibilità dal punto di vista artistico, ci spiega il volontario Alessandro è, ad esempio, l’utilizzo, come sedi degli eventi, di strutture normalmente inaccessibili, come il bellissimo Teatro della Sapienza o la sala del Dottorato, dove si possono ammirare quadri rinascimentali.
Anche giornalisti e speaker sono entusiasti dell’evento. Il 1 maggio durante l’incontro “Nuovi format crescono: tanti modi per raccontare le notizie”, Laura Amico, fondatrice di Homicide Watch DC, ha dichiarato: “Da reporter posso dire che questo è il miglior luogo in assoluto in cui io abbia mai parlato”.
Insomma l’unica critica che si può avanzare è non aver immaginato una tale affluenza. Di conseguenza molti eventi si sono svolti in sale non sufficientemente spaziose: spesso i partecipanti si sono visti costretti a rinunciare a qualche appuntamento proprio perché impossibilitati ad accedervi.
Corinna Spirito