Il dibattito “Se la comunicazione politica domina la narrazione giornalistica”, nell’ambito del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, è stato per i giornalisti un’occasione alquanto inedita per fare autocritica. Quanto è venuto fuori, come nei migliori esempi di lucida analisi, non è stato di certo confortante: il giornalismo è sempre più schiacciato sulla comunicazione politica e la recepisce in maniera passiva e acritica, limitandosi a diffonderla.
Nella riflessione – moderata dal giornalista de “La Stampa” Jacopo Jacoboni – è intervenuto anche il responsabile della comunicazione del PD Francesco Nicodemo, il quale ha sottolineato la “scarsezza e la pochezza di strumenti analitici per raccontare i tempi che stiamo vivendo ed esperienze politiche totalmente nuove come quelle di Renzi e Grillo”. Il sindaco di Firenze ha cambiato completamente non solo il modo di fare politica, almeno nella sinistra, ma anche quello di comunicare. “Se si parlava di Berlusconi come di un grande pesce nel piccolo stagno che era la televisione, Matteo Renzi è un salmone che risale il flusso delle notizie da twitter alla tv”. La capacità di muoversi tra i vari media, vecchi e nuovi, gli è in effetti riconosciuta anche dai detrattori, “che usano categorie vecchie per riferirsi a lui, cercando sempre di paragonarlo a qualcuno”.
Ma i paragoni ingombranti non tardano ad arrivare. La comunicazione di Renzi, infatti, secondo la prof.ssa Elisabetta Gualmini, presidente dell’Istituto Carlo Cattaneo, è “seduttiva e populista” al pari di quella di Grillo. Certamente i due rappresentano universi contrapposti: Renzi è a capo della classe dirigente, Grillo rappresenta l’antipolitica, è la negazione del sistema. Risulta evidente, però, l’utilizzo pressoché identico di metafore, volte a banalizzare la politica, rendendola spicciola e vicina a tutti. “Sul lungo periodo – ha concluso la prof.ssa Gualmini – non so se la comunicazione di Renzi sia una scelta vincente; di certo, per quanto riguarda l’immediato, gli Italiani hanno bisogno di qualcuno che li rassicuri, dopo lunghi anni di crisi”
Antonino Fazio