Si è conclusa la seconda giornata del Festival del giornalismo, la manifestazione perugina che vede confrontarsi nuove e vecchie leve del giornalismo con il mondo dei new media e delle piattaforme online open source. Oggi professionisti, aspiranti giornalisti e rappresentanti delle nuove metodologie riguardanti la diffusione dell’informazione si sono ritrovati, nella sala Priori dell’Hotel Brufani del capoluogo umbro, in occasione dell’annuale appuntamento targato ijF (International journalism Festival), a parlare di data journalism. La conferenza, dal titolo “Data Visualization: i dati si fanno belli e diventano informazione”, si è aperta con un’interessante citazione di Le Corbusier secondo cui “il pittore, sostituito dalla fotografia nella sua funzione tradizionale, si eleva a poeta della stessa”.
Partendo da questa affermazione, Gianandrea Facchini fondatore e CEO Buzzdetector ( un team che si occupa di analizzare i flussi di dati sul web in relazione a un determinato brand presente sul mercato, con lo scopo di verificarne diffusione e percentuale di consumo) ha spiegato alla platea presente quanto oggi sia importante svecchiarsi, usare nuovi metodi e sistemi per stare al passo con i tempi. Oggi, come sottolineato dai relatori, i flussi di dati vengono ancora rappresentati come nel 1985: è necessario fare un salto di qualità, avvicinarsi ai consumatori stimolandone l’attenzione. La nuova strada da percorrere è quella fatta di grafici, immagini, tabelle, che aiutano chi fa e usa l’informazione ad accedervi più velocemente passando così dalla quantità (spesso spropositata e poco funzionale) alla qualità. Utilizzare nuove strumentazioni affiancate a un’analisi attenta del target di riferimento porterà in breve tempo, a rendere libera e facilmente accessibile l’informazione.
Come lo stesso Alessio Cimarelli (fondatore di dataninja.it, uno dei principali siti italiani che forniscono grafici, tabelle e raccolte dati in rete) ha dichiarato, è importante cercare la notizia, verificarla, pulirla da tutto ciò che non le è funzionale e infine diffonderla: questo è il lavoro del data journalist, che rispetto al vecchio cronista si avvale di tecnologie oggi facilmente accessibili e semplici da usare. Fra alcuni analizzatori di dati utilizzabili anche dai meno “esperti” del settore i relatori hanno nominato Libre office, Google drive e RAW, progetto milanese nato per realizzare grafici complessi ma in pochissimo tempo. E così il data scientist Angelo Centini ha concluso: ”fare informazione è fondamentale, ma anche l’occhio vuole la sua parte”.
Informazione e new media, il data networking e il giornalismo di rete s’incontrano a Perugia
01 Maggio 201452