L’Italia batte Parigi, il Louvre e la Tour Eiffel. Lo conferma una recente statistica del ministero dei Beni culturali secondo cui sono circa 30 i siti museali italiani più visitati dai turisti che giungono nel nostro paese. Sono stati staccati oltre 100 milioni di biglietti per musei, siti archeologici e monumenti aperti al pubblico per un totale di 20.500 ingressi solo nello scorso anno, con introiti complessivi pari a 113 milioni di euro. I 420 istituti direttamente dipendenti dal ministero dei Beni culturali hanno accolto 40 milioni di persone mentre i 4.340 istituti non statali (musei, monumenti, siti archeologici appartenenti in massima parte agli enti locali, ma anche a fondazioni private o a diocesi) hanno ricevuto 62 milioni di viste solo nell’ultimo anno.
Ostia Antica, Paestum, Ercolano, e ancora Venezia, Torino, Firenze e Milano: fra le più gettonate troviamo Villa Adriana a Tivoli, le Grotte di Catullo a Sirmione, il circuito archeologico del Colosseo, Fori Romani e Palatini e infine la Domus a Pompei. Non sono tutte rose e fiori però, per l’arte e i siti archeologici del belpaese: è di qualche settimana fa la notizia dell’ultimo degli ormai numerosi furti che si susseguono proprio a Pompei. L’affresco della dea Artemide è stato rubato dalla casa di Nettuno, portato via probabilmente da mani esperte che hanno eluso i controlli già limitati. La scorsa domenica, nel programma tv Lucignolo andato in onda su Italia uno, è stata evidenziata proprio la facilità con cui chiunque (turisti, possibili ladri, etc) è in grado di accedere alla Domus pompeiana, percorrerla indisturbato, ed eventualmente trafugarne reperti. Poche le telecamere presenti sul posto, esiguo il numero di vigilanti presenti all’interno del sito. Uno per km quadrato, ha sottolineato l’inviato di Lucignolo, dimostrando personalmente quanto fosse facile spostare pezzi di ceramiche, mattoni, resti di anfore preziose, aprire lo zaino e portarsele via.
Questa l’ultima fotografia dell’Italia paese ricco d’arte ma incapace di tutelarla e metterla a disposizione di chi vorrebbe imparare a conoscerla meglio: luci e ombre, soprattutto pensando alla mancata valorizzazione di un tesoro artistico non indifferente. Una grossa voragine difficile da coprire, proprio mentre l’Europa, oggi più che mai, punta gli occhi su di noi.