Si è riaperta la caccia a Filippo De Cristofaro, il milanese (ribattezzato “il Rambo dei mari”) condannato all’ergastolo per aver ucciso il 10 giugno dell’88 la skipper pesarese Annarita Curina. L’uomo è evaso il 21 aprile dal carcere di Porto Azzurro (Livorno) approfittando di un permesso premio di tre giorni ottenuto per la Pasqua. Le ricerche sono scattate quando, scaduto il terzo giorno, De Cristofaro non ha fatto rientro al penitenziario. Al momento è sulle sue tracce la squadra mobile di Livorno, coordinata dall’autorità giudiziaria di Ancona.
Sette anni fa la prima evasione. De Cristofaro non è certo un detenuto modello: già il 6 luglio del 2007, proprio durante un permesso premio, era evaso dal carcere milanese di Opera. La fuga era durata appena un mese: l’uomo era stato rintracciato a Utrecht, città olandese in cui vive Diana Bayer, colei che a 17 anni fu sua amante e complice nell’omicidio della Curina. Oggi 42enne con tre figli, la donna è stata informata per telefono dell’ennesima evasione dell’ex fidanzato. “Ho ancora molta paura di lui – ha riferito la Bayer all’Ansa tramite l’avvocato Marina Magistrelli (già suo legale nel processo dell’88) – non lo sento da 26 anni, e mi chiedo come sia potuto accadere che Filippo sia evaso di nuovo, per la seconda volta. Mi sembra una cosa sconcertante”.
Ma a lasciare esterrefatti non è tanto il reato in sé (scontato che potesse essere reiterato), quanto la procedura giudiziaria applicata per ben due volte (da entrambe le amministrazioni penitenziarie) nei confronti di un detenuto condannato a scontare la sua pena a vita. Nonostante la fuga del 2007, caduta “la pregiudiziale” nei suoi confronti negli ultimi mesi la “buona condotta” di De Cristofaro – valutata dall’equipe del carcere di Porto Azzurro e poi vagliata dai magistrati di sorveglianza – lo aveva ripagato con rinnovati permessi premio e, da ultimo, con un lavoro esterno al carcere per la manutenzione degli spazi dell’Isola di Pianosa. A De Cristofaro era stato consentito di alloggiare sull’isola, in una struttura satellite del carcere da cui usciva la mattina per poi rientrare la sera. Questo fino a lunedì scorso, quando non vi ha fatto ritorno.
Quel misterioso omicidio dell’88. Sono passati ventisei anni dall’inizio del “giallo del catamarano Arx”, che nell’estate del 1988 tenne per due mesi gli italiani col fiato sospeso. De Cristofaro (34 anni) e la Bayer (17 anni) progettano di coronare il loro sogno d’amore in Polinesia, e per farlo si imbarcano il 10 giugno in catamarano con la skipper Annarita Curina. Poche ore di viaggio e la coppia decide di sbarazzarsi della donna per rubare l’imbarcazione: De Cristofaro narcotizza la Curina con del sonnifero e la uccide a colpi di machete. Il corpo, attaccato a un’ancora in mare, verrà ritrovato il 28 giugno da un peschereccio al largo di Marzocca di Senigallia (Ancona). Gli assassini, fuggiti a piedi dopo aver attraccato in Tunisia, saranno arrestati dalla polizia il 19 agosto e processati. Diana Bayer verrà condannata a sei anni e sei mesi di carcere per concorso in omicidio (di cui sconterà in realtà solo 15 mesi, per poi ottenere la libertà condizionale e l’assegnazione ad una comunità di fratellanza vicino Grosseto). Filippo De Cristofaro sarà invece condannato in primo grado a 38 anni e in appello all’ergastolo.
Alessandra Aurilia