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Blitz dei vigili a Piazza Navona. La rivolta dei pittori, due si feriscono con le lamette

di Valerio Dardanelli17 Aprile 2014
17 Aprile 2014

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La situazione a Piazza Navona non è affatto cambiata: i turisti sono costretti a fare lo slalom tra banchetti, venditori ambulanti e pittori che espongono le proprie opere ovunque, senza regole. Ieri mattina i vigili hanno effettuato un controllo e il responso è stato sconfortante: su 100 pittori, soltanto cinque sono risultati in regola. I venditori di quadri e poster, nel corso degli ultimi anni, sono notevolmente aumentati. Nel 2007 il comune di Roma ne aveva censiti soltanto 44 mentre oggi ce ne sono più di cento ad affollare Piazza Navona ogni giorno. Mentre i vigili sequestravano i banchetti di alcuni pittori, due di loro hanno cercato di opporre resistenza ferendosi poi all’addome con delle lamette.. Panico, scene da far west, turisti impauriti, urla e minacce. C’è anche l’ombra del racket: gli abusivi sarebbero costretti a versare gran parte dei loro modesti introiti a dei personaggi sui quali sta indagando la magistratura.

Iacopo Emiliani, assessore al commercio del I Municipio, ha ammesso le responsabilità dell’amministrazione capitolina: «È un delirio, un caos assoluto. I bandi per la regolarizzazione sono tutti scaduti. Dobbiamo riapririli. Il secondo passaggio obbligatorio è quello di stilare di nuovo l’albo dei pittori». Emiliani ha individuato la ricetta per risolvere la situazione: «Dobbiamo seguire il modello francese per gli artisti di strada. Postazioni numerate, con turnazioni precise. Bisogna inoltre fare uno screening per scoprire se esistono nuovi spazi nei quali collocare gli espositori. Tutto questo a partire da maggio, subito dopo la canonizzazione dei Papi».

Il comune aveva cercato di regolarizzare la situazione tramite un censimento avvenuto nel 2007. Un artista di strada ha spiegato al Messaggero cosa non ha funzionato: «Fu organizzata una prova farsa in municipio, ma non si è mai riuscito a fare una selezione. In sostanza, noi artisti abbiamo partecipato a una sorta di concorso, che si sarebbe dovuto concludere con la concessione del permesso a esercitare la nostra attività. Ma si è bloccato tutto e non se ne è fatto più nulla».

Valerio Dardanelli

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