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Minacce e intimidazioni ai giornalisti, non solo mafie. Un convegno di Ossigeno per l’informazione

di Cesare Bifulco15 Aprile 2014
15 Aprile 2014

giornali1-150x150Giornalisti vittime di atti intimidatori, 188 da gennaio. Il mondo del giornalismo da sempre è interessato da fenomeni di questo tipo, ma con una particolarità. Quando si sente parlare di minacce e intimidazioni, infatti, si pensa subito alle mafie, ma non è sempre così. Negli ultimi tre anni le denunce e le azioni legali ritenute pretestuose mosse ai danni di giornalisti superano di gran lunga gli atti intimidatori tipicamente criminali.

Le aggressioni e i danneggiamenti, nel triennio 2011-2013 sono state 194, 46 in meno rispetto alle denunce e alle azioni legali, 240 in tutto. Ha così commentato  Alberto Spampinato, presidente di Ossigeno per l’informazione, durante la presentazione nella sede romana della Fnsi, del rapporto annuale sulle minacce e intimidazioni subite dai giornalisti: “Molte di queste minacce sono rese possibili da norme concepite in modo punitivo nei confronti dei giornalisti, da norme che consentono facili abusi, quali ad esempio le querele pretestuose, da procedure che non permettono di punire i prevaricatori”

Non sono confortanti i dati relativi al primo trimestre del 2014. Dal report redatto da Ossigeno in collaborazione con l’Osservatorio Balcani e Caucaso, si evince un aumento del 50% rispetto allo scorso triennio. I casi di intimidazione registrati in Italia da gennaio, infatti, si avvicinano a quota 200. Oltre al presidente Spampinato alla presentazione del rapporto hanno partecipato: Giovanni Rossi, presidente della Fnsi, Daniela Stigliano, vice segretario Fnsi, e Giuseppe F. Mennella, segretario di Ossigeno.

Inoltre sono intervenuti con le loro testimonianze tre vittime, Andrea Cinquegrani, direttore del mensile campano “La voce delle voci” che rischia la chiusura in seguito ad una querela, Claudio Pappaianni, collaboratore dell’Espresso, minacciato da Antonio Polese “Il boss delle cerimonie” ritenuto un socio occulto di Raffaele Cutolo, e infine Carlo Ceraso, della testata umbra online “Tuttoggi”, che durante un’inchiesta sullo storico direttore della Banca Popolare di Spoleto, ha subito il sequestro preventivo di tre articoli.

 

Cesare Bifulco

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