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I falchi dilaniano Fi. Dopo Bonaiuti, anche Bondi pronto all’addio

di Federico Capurso14 Aprile 2014
14 Aprile 2014

Berlusconi-BonaiutiIl tentativo di rinnovamento di Forza Italia da parte di Silvio Berlusconi si sta compiendo versando sul campo il sangue dei suoi fedelissimi. L’ultimo sacrificio è di Paolo Bonaiuti, storico portavoce di Berlusconi – di più: «la sua ombra», come lui stesso si definiva – ora in procinto di passare al Nuovo centrodestra di Angelino Alfano. E a lui potrebbe unirsi nelle prossime settimane Sandro Bondi, che ha già presentato le dimissioni da amministrazione nazionale di Fi (respinte), e che si troverebbe ormai da solo, nella voliera con i “falchi”. Posizione di certo poco invidiabile.
«Una decisione a lungo rinviata – quella di Bonaiuti – ma pienamente motivata, già da tempo, da divergenze politiche e da incomprensioni personali che si sono approfondite nell’ultimo anno», spiega l’ex-portavoce nella breve nota d’addio. Comunque, «a Berlusconi un augurio dal cuore, con la sincerità e con l’affetto dei diciotto anni in cui ho lavorato ogni giorno al suo fianco», scrive ancora, con una punta di amarezza. Negli ultimi tempi, nemmeno riuscivano a sentirsi più al telefono. Al massimo, qualche sms. Secondo l’Unità, Francesca Pascale e la tuttofare Mariarosaria Rossi «non glielo passavano al telefono».
Il “Portavoce”, prima di affiancarsi a Berlusconi, era giornalista e socialista. I primi passi da redattore al «Giorno» di Milano, poi vicedirettore al Messaggero, dove attaccherà con un editoriale al vetriolo la scelta di Berlusconi di allontanare Indro Montanelli dal Giornale. Quello stesso anno, il 1994, scoppia l’amore politico tra i due e inizia la lunga corsa insieme. Oggi, sono stati proprio i giornali a spingere Bonaiuti a lasciare. Non solo il titolo di Libero, “L’ultimo traditore”. «Ho poi letto le dichiarazioni di Romani che dice che io non ho mai espresso un’opinione politica, e poi Toti con quella battuta di “Scherzi a parte”! Che dovevo fare di fronte a quegli attacchi indegni e immotivati?», attacca in un’intervista al Messaggero. A nulla è servito il fraterno «pensaci bene» con cui Berlusconi ha concluso una chiacchierata durata tre ore.
Stesso destino di Bonaiuti ha subito anche Marinella Brambilla, trentennale segretaria di Berlusconi, di certo poco presente all’interno delle cronache politiche ma punto fermo della vita di Arcore prima e di palazzo Grazioli poi. Marinella, «per impegni di famiglia, ha concordato con me una diversa sede di lavoro (Milano) e ridotti orari di presenza rispetto al passato», spiegava Berlusconi i primi di marzo. Lei, che aveva chiesto poco dopo aver avuto il bambino (a cinquant’anni) di ritornare al lavoro al suo fianco, lasciando il periodo di maternità, per “stargli vicino” in un momento difficile. Anche in questa decisione però, le forti pressioni provenienti dal “cerchio magico” di Berlusconi, dalla pletora di nuovi portavoce e consiglieri, avrebbero avuto un peso fondamentale.
Il passaggio di Bonaiuti al Ncd, con Alfano entusiasta per lo scalpo da poter mostrare al popolo, dà al governo Renzi un voto in più che va ad aggiungersi alla esigua maggioranza in Senato. Un colpo di coda dato però più ai “falchi” che al presidente di Forza Italia che, infatti, si congeda dal suo storico portavoce e amico con i suoi auguri ed uno scherzoso «mi raccomando, quando lo vedi, salutami Angelino».

Il tentativo di rinnovamento di Forza Italia da parte di Silvio Berlusconi si sta compiendo versando sul campo il sangue dei suoi fedelissimi. L’ultimo sacrificio è di Paolo Bonaiuti, storico portavoce di Berlusconi – di più: «la sua ombra», come lui stesso si definiva – ora in procinto di passare al Nuovo centrodestra di Angelino Alfano. E a lui potrebbe unirsi nelle prossime settimane Sandro Bondi, che ha già presentato le dimissioni da amministrazione nazionale di Fi, e che si troverebbe ormai da solo, nella voliera con i “falchi”. Posizione di certo poco invidiabile.

«Una decisione a lungo rinviata – quella di Bonaiuti – ma pienamente motivata, già da tempo, da divergenze politiche e da incomprensioni personali che si sono approfondite nell’ultimo anno», spiega l’ex-portavoce nella breve nota d’addio. Comunque, «a Berlusconi un augurio dal cuore, con la sincerità e con l’affetto dei diciotto anni in cui ho lavorato ogni giorno al suo fianco», scrive ancora, con una punta di amarezza. Negli ultimi tempi, nemmeno riuscivano a sentirsi più al telefono. Al massimo, qualche sms. Secondo l’Unità, Francesca Pascale e la tuttofare Mariarosaria Rossi «non glielo passavano al telefono».

Il “Portavoce”, prima di affiancarsi a Berlusconi, era giornalista e socialista. I primi passi da redattore al «Giorno» di Milano, poi vicedirettore al Messaggero, dove attaccherà con un editoriale al vetriolo la scelta di Berlusconi di allontanare Indro Montanelli dal Giornale. Quello stesso anno, il 1994, scoppia l’amore politico tra i due e inizia la lunga corsa insieme. Oggi, sono stati proprio i giornali a spingere Bonaiuti a lasciare. Non solo il titolo di Libero, “L’ultimo traditore”. «Ho poi letto le dichiarazioni di Romani che dice che io non ho mai espresso un’opinione politica, e poi Toti con quella battuta di “Scherzi a parte”! Che dovevo fare di fronte a quegli attacchi indegni e immotivati?», attacca in un’intervista al Messaggero. A nulla è servito il fraterno «pensaci bene» con cui Berlusconi ha concluso una chiacchierata durata tre ore.

Stesso destino di Bonaiuti ha subito anche Marinella Brambilla, trentennale segretaria di Berlusconi, di certo poco presente all’interno delle cronache politiche ma punto fermo della vita di Arcore prima e di palazzo Grazioli poi. Marinella, «per impegni di famiglia, ha concordato con me una diversa sede di lavoro (Milano) e ridotti orari di presenza rispetto al passato», spiegava Berlusconi i primi di marzo. Lei, che aveva chiesto poco dopo aver avuto il bambino (a cinquant’anni) di ritornare al lavoro al suo fianco, lasciando il periodo di maternità, per “stargli vicino” in un momento difficile. Anche in questa decisione però, le forti pressioni provenienti dal “cerchio magico” di Berlusconi, dalla pletora di nuovi portavoce e consiglieri, avrebbero avuto un peso fondamentale.

Il passaggio di Bonaiuti al Ncd, con Alfano entusiasta per lo scalpo da poter mostrare al popolo, dà al governo Renzi un voto in più che va ad aggiungersi alla esigua maggioranza in Senato. Un colpo di coda dato però più ai “falchi” che al presidente di Forza Italia che, infatti, si congeda dal suo storico portavoce e amico con i suoi auguri ed uno scherzoso «mi raccomando, quando lo vedi, salutami Angelino».

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