Prima dell’intervento degli operatori dell’Ama di stamane, si potevano ancora trovare per strada i k-way abbandonati, le scarpe da ginnastica perse nel corso degli scontri, i cocci di bottiglia e i resti delle bombe carta: questo è quello che rimane della manifestazione di sabato scorso. Circa 40 i feriti, più della metà appartenenti alle forze dell’ordine, nella guerriglia urbana avvenuta tra via del Tritone e piazza Barberini, poi degenerata con il lancio di bottiglie e di bombe carta contro i blindati e il cordone di polizia schierati su via Veneto.
Migliaia di manifestanti hanno sfilato pacificamente contro il job act e le misure di austerity adottate dal governo Renzi. Sfottò, cori e qualche striscione irriverente. Però, una volta arrivati davanti al ministero dell’Economia, 400 militanti non si sono più accontentati di urlare. Al contrario, hanno iniziato a lanciare arance e uova. Poi in via Veneto si è scatenata la rabbia. Petardi e bottiglie contro le forze dell’ordine, che hanno risposto lanciando lacrimogeni e caricando i manifestanti. Questa volta i facinorosi non vestivano il classico black che abbiamo imparato a conoscere negli anni, bensì un blu acceso, molto simile a quello vestito dalle forze di polizia. Alcuni k-way blu raccolti dal terreno di scontro avevano addirittura cucito sopra il simbolo del Reparto Mobile della polizia, una chiara provocazione riferita alla Polizia di Stato, cui agenti in passato sono stati soprannominati blu-block, proprio per accentuare la loro contrapposizione ai black-bloc.
Quattro arresti e due feriti gravi. Al momento le indagini hanno portato al fermo di sei persone, tre romani, un napoletano, un calabrese e un triestino, età media compresa tra i 19 e i 37 anni, proprio a simboleggiare il carattere meticcio della manifestazione, non solo per “colore” e ideologia, ma anche perché condotta da più generazioni unite dal medesimo disagio sociale. Dei sei, quattro sono stati arrestati e condotti a Regina Coeli. I reati contestati sono violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Alcuni degli arrestati sono già noti alle forze dell’ordine per dei precedenti, relativi ad altre manifestazioni. Dei 40 feriti, due sono particolarmente gravi: un peruviano di 47 anni, Juan Silca Tito Delfin, ha perso la mano nel tentativo di raccogliere e di allontanare un petardo, e un poliziotto che ha riportato una grave ustione alla gamba a causa di una bomba carta. Da chiarire la posizione del muratore peruviano: secondo gli antagonisti accampati a Porta Pia l’incidente sarebbe dovuto «ad un lacrimogeno espoloso», mentre gli investigatori stanno verificando se l’uomo effettivamente stesse raccogliendo l’ordigno o se fosse in procinto di lanciarlo.
Un altro caso in esame riguarda il comportamento di un funzionario di polizia in borghese colto dalle fotocamere mentre calpesta con un piede lo stomaco di una manifestante stesa sul selciato con il ragazzo che tenta invano di farle da scudo. Fonti interne alla polizia affermano che l’agente verrà punito con un provvedimento disciplinare. A parte questo, il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha elogiato le forze dell’ordine «per l’eccellente lavoro svolto da tutte le forze dell’ordine impegnate per assicurare lo svolgimento della manifestazione tenutasi oggi nella capitale» e ha espresso «la più ferma condanna per gli episodi di violenza verificatesi».
Non sono altrettanto contenti i commercianti: Federmoda ha denunciato un calo del 70% degli incassi nelle zone interne e limitrofe alla manifestazione, in quanto molti negozi sono rimasti chiusi per paura di atti vandalici. Stessa inquietudine è stata espressa anche dal Silp – il sindacato della polizia – perché «si ripete quanto già avvenuto ad ottobre dello scorso anno e il numero dei feriti della manifestazione odierna rivela, ancora una volta, quanto siano esposti i lavoratori in divisa ad intollerabili aggressioni».
Nell’ultimo comunicato sul loro sito online, gli organizzatori di Asia-Usb hanno manifestato solidarietà «per i giovani fermati e per chi si trova in ospedale. Li vogliamo liberi subito». E intanto promettono che saranno di nuovo in piazza il 1 maggio «per rivendicare reddito e diritti contro le politiche di austerity» e l’11 luglio- sempre nel comunicato- dichiarano che “assedieranno” Torino durante il vertice europeo sulla disoccupazione giovanile.
Renato Paone